Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo torna l’ora legale in Italia, che durerà per i prossimi sette mesi. L’ora solare verrà, infatti, ripristinata nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 2017.
Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti, Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 555 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie. La stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2017 è pari a 104 milioni di euro, spiega Terna in una nota.
Dal 2004 al 2016 il minor consumo per il Paese è stato complessivamente di circa 7,975 miliardi di kilowattora, pari alla richiesta di elettricità annua di una regione come la Sardegna, con risparmi per i cittadini di oltre 1,3 miliardi.
Nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato da Terna è ottobre, con 164 milioni di kilowattora (pari a circa il 30% del totale). Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento.
Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, poiché le giornate sono già più “lunghe” rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità. Va inoltre ricordato che la maggiore richiesta di elettricità nei mesi estivi più caldi è dovuta all’utilizzo dei condizionatori d’aria, ed è quindi indipendente dall’ora legale, poiché legata esclusivamente a fattori climatici e di temperatura e non al maggior numero di ore di luce naturale.
E’ scientificamente provato che ogni volta che si passa dall’ora solare a quella legale e viceversa, milioni di italiani, circa il 3%, soffrono per circa 4-5 giorni successivi. Molti genitori con malumore e irritabilità di circa 230 mila bambini italiani sotto i 10 anni. Per tutti rischio di insonnia notturna e sonnolenza di giorno.
Per tornare alla normalità, ci vuole un adeguamento lento. «Il bimbo deve riadattare il suo ritmo circadiano al nuovo orario – avvertono gli esperti – altrimenti faticherà ad addormentarsi e si sveglierà sempre un’ora prima rispetto al resto della famiglia». Così, se un bambino è abituato ad andare a letto alle 21, «è sbagliatissimo conservare l’abitudine con l’ora legale»: per il suo fisico sono solo le 20, ci sarà troppa luce e mancheranno le condizioni che solitamente associa al sonno. Domenica lo manderemo a dormire alle 22 (le vecchie 21). Ma a partire dal giorno dopo e per 3 sere successive, scaleremo di volta in volta 20 minuti. Così mercoledì tornerà a riaddormentarsi alle 21 «come se nulla fosse accaduto».
FONTE: Ansa