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Consorzio autostrade, nuova bufera giudiziaria

La Direzione Investigativa Antimafia di Messina, unitamente al Centro Operativo di Catania, a seguito di una laboriosa e complessa attività investigativa protrattasi per un lungo periodo, sta eseguendo il provvedimento di applicazione di misure cautelari personale,  emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica. Si tratta di 12 provvedimenti di interdizione dal lavoro a carico di altrettanti soggetti tra Dirigenti e dipendenti del Consorzio per le Autostrade Siciliane. Sospensione dall’esercizio pubblico, per la durata di 6 mesi, per il Sindaco di Montagnareale Anna Sidoti, per Antonio Lanteri, per Stefano Magnisi, per Angelo Puccia, per Gaspare Sceusa e per Alfonso Schipisi. Maxisequestro di beni, invece, per il palermitano Carmelo Cigno, per il dirigente Letterio Frisone, per Carmelo Indaimo, per Antonino Francesco Spitaleri, per Antonino Liddino e per il siracusano Corrado Magro. secondo le accuse, i vari funzionari e dipendenti del CAS travolti dai provvedimenti di oggi si sarebbero intascati ingenti somme di denaro pubblico sfruttando il sistema degli incentivi. Gli investigatori, attraverso intercettazioni ambientali, sono riusciti a dimostrare che gli indagati usavano intascarsi soldi pubblici per la presentazione di progetti che, di fatto, esistevano solo sulla carta. Questi incentivi venivano quindi presi e poi divisi a tavolino tra un cerchio ristretto di dirigenti e dipendenti. Talvolta i progetti neanche esistevano, talvolta invece esistevano ma non venivano neanche portati a termine.

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