Ok in terza lettura parlamentare al ddl tortura da parte del Senato, che ora dovrà tornare alla Camera. Il testo uscito dall’aula di Palazzo Madama esce molto cambiato rispetto alla formulazione approvata oltre un anno fa da Montecitorio. Quello di Tortura resta un reato di tipo comune. L’aula ha cancellato dalla fattispecie il termine “reiterare” ma ha introdotto una punibilità “se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”. La pena prevista varia da 4 a 10 anni. Confermate gli aumenti di pena – fino all’ergastolo – per lesioni gravi, gravissime, morte involontaria e volontaria. Molto cambiata l’aggravante prevista per i pubblici ufficiali, dove è stata introdotta una scriminante nel caso in cui le “sofferenze” provocate da pubblici ufficiali o da incaricati di pubblico servizio siano “risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti”. Cambiata anche l’istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, per cui l’istigazione dovrà avvenire “in modo concretamente idoneo”. In sintesi, scopri cosa prevede il provvedimento sul nostro blog ATTI DEL PARLAMENTO