Dirigente Scolastico in pensione. Nato e residente a Sinagra (Me). Laureato in Pedagogia, cultore di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Messina. Per tanti anni è stato Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione nel Comune di Sinagra e tra i fondatori del Premio Letterario Nazionale Beniamino Joppolo/Lucio Piccolo. Ha pubblicato “Libertà e cultura nella prospettiva pedagogica di John Dewey”, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2012; “Il miele e il fiele. Racconti”, Yorick Editore, Patti 2015; “Punto e a capo. Il Paradiso non è qui. Commedie”, Armenio Editore, Brolo 2017. A “Talenti Cercasi”, il prof. Franco Fogliani.
Nei giorni scorsi ho avuto l’occasione di incontrare il prof. Fogliani presso il Liceo delle Scienze Umane “Elio Scibilia” di Capo d’Orlando. Il nostro piacevolissimo dialogo sul suo libro, recentemente dato alla stampa, “Punto e a capo. Il Paradiso non è qui. Commedie”, viene di seguito riportato sotto forma d’intervista.
Nella prefazione, la prof.ssa Maria Rosa Vitanza la definisce “abile penna”. Quando è nata la sua passione per la scrittura?
Io ho sempre avuto questa passione, anche se ho pubblicato alcuni libri dopo esser andato in pensione. La passione c’è sempre stata! Non ho avuto le circostanze giuste per pubblicare e penso oggi di aver fatto un qualcosa di utile per me e spero anche per coloro che leggeranno i miei libri.
Senza svelarcene il contenuto, ci illustra i temi trattati nelle due commedie?
Nella prima commedia ho voluto affrontare un tema di grandissima attualità: il femminicidio. Questo tema è all’attenzione di tutti! Non è un problema di oggi, ma che si trascina da secoli. Già Tolstoj alla fine dell’800 ha scritto un testo su di esso. Ho voluto parlarne perché bisogna prenderne coscienza. Spero che il mio testo possa dare un piccolo aiuto nella riflessione su un tema così difficile e al tempo stesso importante. La seconda commedia affronta temi sociali: la crisi di oggi … tremenda crisi nella quale si trovano tante famiglie. Io do un tocco di positività, affrontando questi temi, perché penso che alla fine, con la buona volontà, superando i diversi problemi che ci sono nella vita, anche i giovani siano capaci di raggiungere degli obiettivi utili per se, ed anche nel ruolo che possano assumere nella società. Al termine della prefazione, la prof.ssa Vitanza, scrive: “L’amore, la famiglia, la scuola sono i baluardi dell’esistenza e nei due lavori dell’autore sono la speranza della vita”. In che senso questo trittico è speranza della vita?
Ho sempre considerato l’amore come un tema centrale della vita perché coinvolge i sentimenti e i comportamenti delle persone e può dare uno sbocco diverso alla nostra esistenza. La famiglia e la scuola non sono temi nuovi. Penso che il ruolo della famiglia, dell’istruzione siano importanti, fondamentali, nella vita di ognuno di noi. L’amore, la famiglia, la scuola, ci aiutano a capire noi stessi, quale sia il nostro compito nella società … e come comportarci con gli altri.
C’è qualche personaggio delle due commedie che le piace di più o nel quale si identifica?
No! I personaggi, ovviamente fittizi, cerco di rappresentarli non solo sul piano psicologico ma anche sul ruolo che possano avere nella società. Io penso che scrive voglia rappresentare qualcosa … dei sentimenti e dei comportamenti. È chiaro che chi scrive ha sempre un’idea di se stesso e degli altri però non c’è nulla di autobiografico.
Nella prima commedia si evince un rapporto conflittuale tra la figlia e il padre. Lei che rapporto ha con sua figlia Valentina? Cos’è fondamentale per un buon rapporto padre-figli?
Io spero di non rivelare niente ma di dire semplicemente che ho avuto sempre un buon rapporto con mia figlia. È chiaro che tra padre e figli non sempre ci sono condivisioni di idee, pensieri, comportamenti. Penso che tra padre e figli debba avvenire sempre uno scambio sincero. I padri devono capire i figli e viceversa. È fondamentale uno scambio dialettico! Il rapporto serve per capirsi vicendevolmente.
Oltre al testo del quale ci stiamo occupando, ha scritto “Libertà e cultura nella prospettiva pedagogica di John Dewey” e “Il miele e il fiele”. Quali i temi affrontati?
Argomento centrale del “Miele e il fiele” è l’amore. Il testo, composto da cinque racconti lunghi, narra di storie d’amore, di rapporti personali tra uomo e donna, tra marito e moglie; delle difficoltà insiste in tali rapporti … ma non solo! Si parla anche di mafia. Nel “Figlio del mafioso” si racconta il rapporto tra un padre e un figlio che frequenta la scuola media. Il figlio arriva a contatto con un professore molto democratico che combatte la mafia. Il padre invece si trova in carcere. Il dialogo, l’amore fra il padre e il figlio, spingono il padre a dissociarsi dalla mafia e ad assumere comportamenti di contrasto con la delinquenza e quindi positivi nei confronti della società.
“Libertà e cultura nella prospettiva pedagogica di John Dewey” è un saggio su “libertà-cultura”. Anche questo è un tema di grande importanza … oggi tutti ne parlano! Quali sono i limiti e i fondamenti di “libertà-cultura”? Io ho analizzato il pensiero di un grande filosofo e pedagogista del ‘900, John Dewey, il quale ha dato le sue risposte. Scrittore americano, analizzava la nascita e lo sviluppo della democrazia americana e il tema della libertà all’interno della società democratica. Quali sono i limiti della libertà per una persona? Quando ci troviamo in una dittatura è facile dire che dobbiamo abbatterla perché dobbiamo portare la libertà. poi … quando abbiamo una società democratica dobbiamo comprendere quali possono essere i rapporti all’interno di una società: rapporti fra partiti, fra forze politiche, fra ceti sociali … Questi sono democrazia!
Sempre nella prefazione, la prof.ssa Maria Rosa Vitanza afferma: “Lo scrittore non inventa una storia, scopre i baratri esistenziali dell’animo umano”. Da filosofo, pedagogista … una domanda esistenziale! Di cosa ha bisogno oggi l’animo umano?
Di riprendere un cammino di fiducia in se stessi e negli altri. Di trovare certezza in se stessi e negli altri. Questo è fondamentale per poter vivere in una società democratica. È essenziale fondare rapporti positivi con gli altri … questo avviene solo se si è positivi nell’animo!
Progetti per il futuro?
Per il futuro … ho ancora qualche cosa! Ho un romanzo che ho iniziato a scrivere tanti anni fa e che conservo fra le mie carte. In gran parte è scritto … lo devo rivedere. Tra qualche tempo vedremo di pubblicarlo.
Un consiglio a chi vorrebbe come lei appassionarsi di scrittura?
Studiare! Non si può scrivere senza avere una base culturale, anche minima. Occorre avere una conoscenza dei testi principali della letteratura e della filosofia che sono due discipline importantissime per manifestare delle idee, per scrivere bene.
Alberto Visalli