La Regione dei facili proclami e delle promesse non mantenute. La Regione delle contraddizioni, dei dietrofront, dei ripensamenti. La Regione delle passerelle e delle rassicurazioni pro forma. Una Regione che può tranquillamente infischiarsene, con la colpevole complicità dell’Asp 5, delle legittime richieste che provengono da 80 mila cittadini, tanti quanti sono quelli del Distretto sanitario 31 di Sant’Agata Militello, sbattendo la porta in faccia alle proposte di deroga al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Niente favori, nessun privilegio, qui non si sta parlando di lussi e frivolezze, di spettacoli, di tempo libero (sacrosanti anche quelli) o di qualche contributo da regalare. Qui si parla di diritti fondamentali, quello alla salute ed ad una degna assistenza sanitaria che possa “salvarti la vita” in caso di necessità. Ed invece nulla! La commissione regionale presieduta dall’onorevole PD Giuseppe Di Giacomo, alla presenza del manager dell’azienda sanitaria Sirna, e dei rappresentanti di amministrazioni comunali del territorio, ha rispedito al mittente ciò che il Coordinamento dell’Area Interna Nebrodi, comparto sanità, aveva prodotto dopo mesi di assemblea e lavoro di raccordo sul territorio che fa capo ai presidi ospedalieri di Sant’Agata e Mistretta. Che il piano sanitario fosse “inderogabile” non è certamente una notizia nuova, lo avevano ribadito gli stessi funzionari del Ministero della Salute nel corso dell’incontro del 24 Maggio.
C’era però lo spiraglio concesso mesi addietro, all’epoca della pubblicazione del piano stesso, per l’acquisizione da parte delle varie Asp delle istanze provenienti dal territorio. Un percorso che aveva ottenuto il sostegno delle amministrazioni e dei consigli comunali del territorio ed il supporto delle manifestazioni popolari. Sul piatto l’eccezionalità dell situazione dell’Area Interna Nebrodi, per ragioni proprie di specificità e difficoltà del territorio. E invece mentre da una parte abbiamo assistito all’indecoroso tentativo di “mettere il cappello” su conquiste e presunti riconoscimenti di specificità, reparti e dotazioni, dall’altra la commissione ha respinto tutti i punti di deroga proposti dai Nebrodi. No alla restituzione ai servizi ospedalieri del vecchio plesso ristrutturato di Sant’Agata Militello, no all’inserimento dell’Unità complessa Cardiologica santagatese nella rete regionale Utic, no all’attivazione di una unità neurologica con Stroke-Unit di I° livello e di Rianimazione sub-Intensiva, a supporto degli ospedali Riuniti Sant’Agata-Mistretta e infine, niente ampliamento dell’offerta riabilitativa del SS Salvatore con la riabilitazione cardiovascolare. Una disfatta a tutto campo che rappresenta nient’altro che l’ultimo tassello di un disegno, ormai perpetrato da anni, di svuotare l’Ospedale di Sant’Agata Militello che, di questo passo, non si capisce come possa raggiungere gli standard previsti per i prossimi anni dal decreto Balduzzi per la sopravvivenza. Non sarebbe così difficile individuare mandanti ed esecutori di tale disegno.
Home Attualità Ospedali, dalla Commissione sanità regionale, porte in faccia ai cittadini dei Nebrodi
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