“Un atto così grave come la dichiarazione di dissesto finanziario della Città metropolitana di Messina necessita di una valutazione più approfondita e dovrebbe essere adottato da un organismo collegiale, viste le conseguenze pesantissime su tutti i 108 Comuni. Non credo possa essere deliberato (in un gioco delle parti pirandelliano) solo da due soggetti che svolgono il loro ruolo senza alcuna legittimazione né dei cittadini né dei territori, quali il Sindaco metropolitano, tale solo per una confusa normativa recentemente superata e modificata dall’Ars, ed il Commissario Straordinario plurifunzionale, tale solo su nomina politica del Presidente della Regione”.
Lo afferma il Senatore di Alternativa Popolare Bruno Mancuso. “Il decreto legislativo Monti (n°174/ 2012) che restringe le possibilità di ricorrere alla dichiarazione di dissesto, definisce il dissesto di un Ente locale come una soluzione gravissima per la comunità e, quindi, da evitare. Tale decreto (recepito dal testo unico per gli Enti locali) prevede che, qualora sussistano squilibri strutturali di bilancio che possano provocare il dissesto finanziario, rilevati anche nelle varie relazioni della Corte dei Conti, gli Enti debbano ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, mediante un piano che va predisposto comunque prima di ricorrere al dissesto (come è stato fatto per il Comune di Messina).
Se come si evince dal dispositivo dell’atto di indirizzo – prosegue Mancuso – tale situazione di grave criticità finanziaria sussisteva da diversi anni, non si comprende come il Commissario Straordinario non abbia pensato di porre in essere le procedure per il dissesto quando aveva un ruolo di gestione monocratica di un Libero Consorzio ex Provincia Regionale, e pensi di farlo dopo l’istituzione della Città Metropolitana. La Legge prevede che le Province per le quali sussistano squilibri strutturali di bilancio che possano provocare il dissesto finanziario, debbano ricorrere, con delibera consiliare, al riequilibrio finanziario pluriennale, che se accettata, preveda un piano di riequilibrio finanziario decennale con l’accesso al fondo di Rotazione per la stabilità finanziaria degli Enti locali. Inoltre la dichiarazione di Dissesto non potrà essere, come si vuole fare apparire, una partita a due fra Sindaco e Commissario, perché deve essere accompagnata per legge da una dettagliata relazione del Collegio dei Revisori, che analizzi le cause del dissesto e motivi il mancato ricorso al piano di riequilibrio finanziario.
Ritengo necessaria una pausa di riflessione per trovare le soluzioni immediate, intervenendo presso il Governo Nazionale in riferimento al meccanismo del cosiddetto prelievo forzoso collegato al Patto di Stabilità e sul Governo Regionale (riapertura dei Lavori dell’Ars per i primi di Settembre) per un contributo straordinario, facendo ricorso in parte alle somme destinate dal Governo Nazionale per il funzionamento delle Aree Vaste Siciliane. Per il futuro – conclude Mancuso – sarà necessario individuare strumenti per dare certezza finanziaria ed operativa alle Città Metropolitane ed ai Liberi Consorzi, definendo e meglio le funzioni e ripartendo con una nuova forma di Governance che finalmente metterà fine alla lunga ed improduttiva stagione dei Commissariamenti e ridarà la parola ai Cittadini”.