I militari della Compagnia di Sant’Agata Militello hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, Carmelo Alessio Ferretta , 30enne santagatese. I familiari, stanchi, spaventati e preoccupati, al culmine dell’ennesima lite in casa, hanno chiesto aiuto ai Carabinieri che, tempestivamente, si sono recati presso l’abitazione, hanno bloccato il giovane e l’hanno accompagnato in caserma. Negli uffici il personale dell’Arma, con l’ausilio di personale sanitario del 118, ha calmato e rasserenato le vittime. Le donne sono state poi ascoltate dai militari, che hanno ricostruito mesi di maltrattamenti, vessazioni, violenze fisiche e verbali, minacce di morte e richieste di denaro. Le signore, hanno raccontato ai Carabinieri di vivere un continuo stato di agitazione psichica, legata ai frequenti dissidi e litigi, soprattutto quando l’uomo rientra a casa in evidente stato di alterazione. Il Ferretta è stato ristretto in camera di sicurezza, in attesa dell’udienza di convalida, che si è svolta nella mattinata di sabato presso il Tribunale di Patti, dove il giudice ha convalidato l’arresto e disposto che il 30enne venisse tradotto presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Nella stessa serata, i carabinieri della Stazione di Rocca di Capri Leone, hanno tratto in arresto Santo Michele Ferraro, 43enne del luogo, in ottemperanza all’ordine di esecuzione per espiazione di pena detentiva in regime di detenzione domiciliare emesso dal tribunale di Patti, poiché riconosciuto colpevole del reato di furto aggravato commesso a Capo d’Orlando nell’aprile 2007 e condannato a mesi 4 di reclusione. Il provvedimento, trae origine dalla scrupolosa attività d’indagine svolta dai militari dell’Arma, che hanno ricostruito e documentato le condotte illecite poste in atto dal soggetto nella primavera di dieci anni fa e che hanno creato insicurezza nel tessuto sociale orlandino. Dopo le formalità di rito l’arrestato è stato tradotto presso la sua abitazione, in regime di detenzione domiciliare, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.