In merito alla decisione della Corte di Cassazione che ha disposto l’annullamento con rinvio degli atti alla Corte di Reggio Calabria della condanna a 14 anni in appello a carico di Francesca Piccilli, accusata dell’omicidio preterintenzionale del fidanzato Benedetto Vinci, morto a Sant’Agata Militello nel marzo 2012 per i postumi di una coltellata all’addome rifilatagli dalla ragazza, interviene l’avvocato Giuseppe Mancuso, legale della famiglia della vittima, costituitasi parte civile.
“Non posso che ritenermi soddisfatto dell’esito del processo – afferma l’avvocato Mancuso – considerato che la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato sei dei sette motivi di impugnazione proposti dal’imputata e, come era ampiamente prevedibile e come peraltro avevo previsto, ha accolto solo quello relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche. Ma il processo in verità verteva su un’altra e ben più importante questione giuridica – prosegue il legale di parte civile -. Se la Cassazione avesse accolto la tesi dell’avvocato Favazzo circa la natura colposa dell’omicidio le ricadute in termini di pena sarebbero state davvero consistenti ma il Supremo Collegio ha confermato le sentenze dei primi Giudici e non ha avuto dubbi nel confermare l’omicidio preterintenzionale”.
Cronaca