La comunità di Sant’Agata Militello, attonita ed incredula, sta seguendo le notizie che giungono da Spalato dove si trovano ricoverate le persone intossicate a bordo della barca sulla quale ha perso la vita Eugenio Vinci. Il 57enne manager, colpito da forti malori nella notte, si è alzato dal letto per raggiungere il bagno della propria cabina ma a quanto pare ha perso i sensi ed è caduto sul pavimento dell’imbarcazione, battendo violentemente la testa. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato in una pozza di sangue. Allo sgomento per la tragica morte di Eugenio Vinci, conosciuto da tutti, apprezzato professionalmente e ben voluto per la sua profonda giovialità e disponibilità, la comunità santagatese aggiunge quindi la forte preoccupazione per le condizioni di salute dei due bambini (11 e 4 anni) che si trovavano insieme agli ai sei adulti. Sono ricoverati in terapia intensiva a Spalato, ma i medico non hanno sciolto ancora le riserve sulle loro condizioni. Sottoposti a trattamento farmacologico ed ancora in osservazione , ma in via di recupero, gli altri componenti della comitiva rimasti intossicati. Tra loro anche il sindaco Bruno Mancuso e la moglie.
In un primo momento anche dalla stampa croata trapelavano notizie su una possibile intossicazione alimentare poi in serata ha preso corpo anche l’ipotesi di esalazioni nocive di gas provenienti dall’impianto di condizionamento del caicco preso a noleggio . La magistratura croata ha aperto un’inchiesta sull’accaduto. Sul corpo di Vinci sarà eseguita l’autopsia. La vicenda è seguita da vicino dal consolato generale d’Italia e dalla Farnesina.
“È una terribile tragedia – commenta Bruno Mancuso —. Eravamo partiti per passare una vacanza insieme e non avremmo mai pensato che potesse accadere una cosa simile. Siamo stati trattati molto bene e siamo fiduciosi per i due bambini, siamo tutti frastornati. Ci siamo sentiti male tutti — continua il primo cittadino santagatese — forse per un’intossicazione dovuta al gas del caicco sui cui viaggiavano o per un’intossicazione alimentare. Anche se probabilmente non si tratta di un avvelenamento da cibo perché tutti abbiamo mangiato più o meno le stesse cose e non abbiamo avuto le stesse conseguenze“.