Dopo il rigetto della Corte di Cassazione del ricorso della difesa, è divenuta definitiva la condanna a 10 anni e 6 mesi per Francesca Picilli, responsabile dell’omicidio preterintenzionale del fidanzato Benedetto Vinci, morto il 14 marzo 2012 a seguito di una coltellata all’addome. La ragazza si è presentata spontaneamente presso il carcere di Bollate a Milano per l’esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria. La Corte d’assise d’Appello reggina, nel novembre scorso, aveva rideterminato la pena dopo la precedente sentenza di rinvio degli atti del maggio 2018 della Cassazione, in annullamento della condanna a 14 anni emessa in secondo grado dalla Corte d’appello di Messina. Il difensore della giovane, avvocato Nino Favazzo, aveva quindi presentato un nuovo ricorso per Cassazione, dichiarato però inammissibile all’udienza dello scorso 12 settembre. Benedetto Vinci, allora 25 enne, mori il 14 Marzo 2012 per i postumi di una coltellata all’addome ricevuta proprio ad opera della ragazza. La Picilli, dieci giorni prima, aveva infatti colpito il ragazzo con un coltello a serramanico al culmine di una colluttazione avvenuta nella stanza da letto del ragazzo. La morte, spiegarono i giudici, fu attribuibile alla coltellata dell’ex fidanzata, anche se la ragazza, non aveva l’intento di uccidere. Per la madre e le sorelle di Benedetto Vinci, cui era stata riconosciuta una provvisionale oltre al risarcimento da quantificare, la difesa di parte civile era curata dagli avvocati Giuseppe Mancuso e Alessandro Nespola che commentano: “Si conclude una vicenda giudiziaria all’esito della quale nessuno può certamente esprimere parole di soddisfazione o compiacimento. È in ogni caso una tragedia che addolora tutti e che ha travolto irrimediabilmente due giovani vite, della vittima e della stessa ragazza, e le rispettive famiglie”.