Sarà calendarizzato a breve, nell’arco di un paio di settimane, il disegno di legge scaturito dall’emendamento al collegato alla finanziaria proposto dal deputato di Forza Italia Tommaso Calderone, che prevede di recepire nell’ordinamento regionale, con espresso riferimento alla categoria dei precari degli Enti Locali in regime di dissesto finanziario e di riequilibrio finanziario, la norma già contenuta nel TUEL (Art. 259, comma 10, del d.lgs 267/2000), che consente di porre a carico del bilancio delle Regioni a statuto speciale la spesa per la copertura di tale personale, circostanza già prevista dall’ART. 26 della Legge Regionale n.8/2018 che non fa alcuna distinzione tra precari di Enti in dissesto, in riequilibrio in regola con i conti. In applicazione di quella norma statale, dunque, il personale contrattista comunque già in servizio, si considera in aggiunta a quello di cui alla dotazione organica rideterminata. L’approvazione della norma, del tutto neutra dal punto di vista finanziario consentirebbe la stabilizzazione immediata, fuori dalle dotazioni organiche, anche dei precari siciliani che prestano servizio nei comuni in dissesto finanziario ovvero soggetti alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, evitando il loro transito nella Resais. Proprio il transito alla società Resais spa allo stato attuale sarebbe peggiorativo per la posizione economica del dipendente, posto che il parametro economico su cui fare riferimento sarebbe quello della retribuzione percepita al 31/12/2015, con il relativo monte ore.
Il disegno di legge a firma dei deputati Calderone, Di Caro, Di Mauro, che riguarda da vicino molti comuni nebrodiei tra cui Sant’Agata Militello (leggi qui) mira dunque a rimuovere una inaccettabile disparità di trattamento che potrebbe anche riguardare norme di rango costituzionale. Si consentirà ai precari occupati presso i comuni in dissesto e i comuni il cui piano di riequilibrio è stato approvato, di pervenire così alla stabilizzazione. “Le sorti lavorative di un precario non possono essere caratterizzate dall’appartenenza a un Comune virtuoso o in dissesto finanziario – commenta il deputato FI Tommaso Calderone -. Non è giusto che un lavoratore possa essere stabilizzato solo se all’interno di un Ente locale virtuoso”.