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Fatture Tia, consiglieri santagatesi mediano con l’Ato. Annullamento con ricevuta pagamento o sentenza.

Fatture Tia pronte per essere annullate per chi esibisce ricevuta di avvenuto pagamento o sentenza di annullamento. Così il collegio dei liquidatore dell’Ato Messina 1 rifiuti ha precisato ai consiglieri comunali di Sant’Agata Militello che hanno chiesto lumi dopo le polemiche derivanti nei giorni scorsi dall’invio ai cittadini di esose bollette per gli anni pregressi. I cinque consiglieri di maggioranza del gruppo “Uniti per Sant’Agata”, Domenico Barbuzza, Valeria Fazio, Rosamaria Franchina, Salvatore Armeli e Salvatore Sanna si sono incontrati con il collegio dei liquidatori dell’ex Ato Me 1 composto da Francesco Librizzi presidente, da Ciro Gallo, ex sindaco di Acquedolci e da Salvatore Cipriano, consigliere d’opposizione a Piraino, subentrato all’ex assessore al comune di Sant’Agata Marco Vicari e alla presenza del revisore dei conti Alessandro Milio per avere chiarimenti sulla valanga di ingiunzioni al pagamento della Tia relativa agli anni compresi dal 2008 – 2012.

«I cittadini – avevano scritto i consiglieri nella richiesta d’incontro con i liquidatori – lamentano che molte fatture sottese all’intimazione di pagamento sono state regolarmente evase e che diverse altre fatture sono state annullate con sentenze della commissione tributaria e già passate in giudicato. Le richieste di pagamento – concludono i consiglieri santagatesi – parrebbero illegittime e/o infondate, per intervenuta prescrizione nonché per l’ingiustificata richiesta dell’Iva».

«È stato un confronto molto serrato – dichiara Salvatore Sanna che ha guidato la delegazione – visto che abbiamo messo subito sul tavolo le maggiori criticità e riserve che ci erano state segnalateci e che la richiesta del saldo delle bollette viene definita da tanti “vessatoria”. Le richieste di saldo effettuate sono state a tappeto e l’onere di dimostrare il contrario è addossato agli stessi soggetti che hanno avuto notificata l’intimazione. In virtù di ciò i cittadini debbono pertanto dimostrare di aver pagato esibendo le ricevute o di essere in possesso di una sentenza emessa dalla Commissione provinciale tributaria.

«Dopo il lungo confronto, conclude Sanna, il presidente dei liquidatori Librizzi, su nostra richiesta ha acconsentito di concedere una deroga rispetto ai 60 giorni che erano stati fissati per fare ricorso alla commissione tributaria».

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