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Sant’Agata “Covid hospital”. Regione al lavoro per potenziare la struttura e spostare (temporaneamente) alcuni reparti.

A giorni anche l’ospedale di Sant’Agata Militello dovrebbe funzionare come “Covid Hospital”, strutture individuate in tutta la Regione siciliana totalmente dedicati a gestire l’emergenza epidemiologica in corso.
Nei giorni scorsi l’individuazione del nosocomio santagatese come ospedale destinato all’emergenza Coronavirus sarebbe stata anticipata da una nota inviata dall’assessorato regionale alla salute alla direzione sanitaria del presidio, nell’ambito del piano, annunciato la scorsa settimana dall’assessore alla salute Ruggero Razza per il reclutamento di 1.000 posti letto per poter eventualmente ricoverare pazienti con Coronavirus.
A Sant’Agata in particolare potrebbero essere resi disponibili da 30 a 50 posti letto, per i pazienti positivi che non necessitano di terapia intensiva, con il momentaneo trasferimento di alcuni reparti, sino a conclusione della fase emergenziale.

Sulla notizia, circolata insistentemente negli ambienti sanitari locali, cosi si è espressa l’assessore regionale alle autonomie locali Bernardette Grasso, da noi sentita. “Sarebbe un’opportunità ad esclusiva tutela della salute della popolazione dei Nebrodi, per avere la possibilità di essere trattato senza dover ricorrere a spostamenti fuori regione. Il presidio di Sant’Agata Militello verrebbe quindi dotato di tutta l’attrezzatura e del personale medico ed infermieristico necessari per la gestione dell’emergenza. In questa fase emergenziale alcuni reparti saranno solo temporaneamente allocati altrove, ricordando per altro che l’attività chirurgica è allo stato attuale sospesa in tutta la Sicilia”.

Anche il sindaco Bruno Mancuso, su nostra richiesta, ha espresso le proprie considerazioni, in attesa comunque di sviluppi ufficiali. “E’ una emergenza che tra qualche giorno potrebbe trasformarsi in dramma. Da settimane chiediamo attenzione verso il nostro territorio e credo che avere un presidio a nostra disposizione per fronteggiare una situazione di vera e propria guerra, potrebbe essere utile. Significherebbe dotare di attrezzature l’ospedale e restituire centralità anche per il futuro. E’ chiaro che tutto questo richiede la presenza di dotazioni adeguate e personale specializzato che deve essere assolutamente garantito. Sono pronto ad accettare questa decisione, anche per senso di responsabilità, ma non consentiremo che il nostro ospedale si trasformi in sanatorio o che il personale attuale venga mandato al massacro. Chiaramente dobbiamo essere vigili e attenti e chiediamo alle autorità preposte un confronto con i sindaci del territorio su una decisione così importante.
Ci sentiamo garantiti dall’attenzione e dalla presenza nel governo dell’assessore Bernadette Grasso che, da me sentita in merito, ha dato ampie garanzie che, finita l’emergenza, l’ospedale tornerà più dotato ed organizzato di prima”.

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