“Nessun pericolo hanno corso finora gli utenti dell’autostrada proprio perché, sin dalle prime avvisaglie, i dirigenti del Cas hanno ritenuto opportunamente di chiudere il viadotto”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle infrastrutture Marco Falcone, intervenendo a seguito del provvedimento del Gip di Patti che ha portato oggi al sequestro del viadotto Buzza, sulla A20 Messina – Palermo, per gravi criticità strutturali rilevata (leggi qui). L’assessore Falcone giunge quindi in difesa dell’operato del Consorzio autostrade siciliane di cui, lo ricordiamo, quattro funzionari, il direttore generale attuale e quello precedente, risultano indagati.
“Non abbiamo registrato alcuna inadempienza anzi, al contrario, sul viadotto Buzza vi è stata massima attenzione, da parte del Cas, sin dal dicembre 2018″, scrive Falcone. “Già da quella data, verificato lo spostamento dell’impalcato rispetto al pilone, la sede stradale è stata chiusa al traffico, spostando la viabilità sulla carreggiata a monte. Da quel momento il Cas ha dato impulso a un’incessante attività di monitoraggio dell’infrastruttura autostradale incaricando a tal proposito uno dei più qualificati strutturalisti di Sicilia, il prof. Antonino Recupero. In questi mesi abbiamo dunque potuto verificare dilatazioni e restringimenti della struttura, per stabilire così il miglior intervento progettuale da attuare”.