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Pena ridotta di 4 anni per Francesca Picilli. Il Presidente della Repubblica concede la grazia parziale

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato – ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione – due decreti con i quali è stata concessa grazia parziale. Tra questi uno dei beneficiari è Francesca Picilli, condannata a dieci anni e sei mesi di reclusione per il delitto di omicidio preterintenzionale commesso nel 2012 del fidanzato Benedetto Vinci. Per la ragazza santagatese, 36enne, è stata disposta una riduzione della pena di quattro anni.

“Le decisioni tengono conto del parere formulato dalla Ministra della Giustizia a conclusione della prescritta istruttoria – si legge nel comunicato del Quirinale -. Per effetto dei provvedimenti del Capo dello Stato, agli interessati rimarrà da espiare una pena non superiore a quattro anni di reclusione, limite che consente al Tribunale di sorveglianza l’applicabilità dell’istituto dell’affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 dell’ordinamento penitenziario). Nel valutare le domande di grazia presentate in favore degli interessati, il Presidente della Repubblica ha tenuto conto del positivo comportamento tenuto dai condannati durante la detenzione e della circostanza che il percorso di rieducazione sino ad ora compiuto dai predetti potrebbe utilmente proseguire – qualora la competente Autorità giudiziaria ne ravvisasse i presupposti – con l’applicazione di misure alternative al carcere”.

Francesca Picilli era in carcere a Bollate nel milanese dal settembre 2019, dopo la condanna divenuta definitiva a seguito del rigetto del ricorso in Cassazione (LEGGI QUA). Era stata riconosciuta responsabile, con la concessione delle attenuanti generiche, della morte di Benedetto Vinci avvenuta il 14 marzo 2012 nella propria abitazione di via Campidoglio, a seguito di una coltellata inferta all’addome dalla ragazza.

La pena definitiva a 10 anni e 6 mesi giunse dopo una serie di riduzioni disposte in secondo grado prima a Messina poi a Reggio Calabria, cui la Cassazione rinviò gli atti, In primo grado l’originaria condanna era stata di 18 anni.

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