“La pazienza ha un limite ci sono delle inadempienze e dei ritardi ingiustificati”, così il sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso ha dichiarato alla “Gazzetta del Sud” che, nell’edizione di ieri, ha riferito della notizia della diffida inviata alla ditta Amec sui continui ritardi nei lavori di completamento del Porto di Sant’Agata Militello.
“Ormai è chiaro che così non si può andare avanti”, aggiunge Bruno Mancuso. “In questi anni abbiamo sempre manifestato disponibilità a risolvere le criticità che possono sorgere in appalti di questo tipo e ad ascoltare le richieste della ditta, ma la ditta non ha ancora formalizzato il crono programma più volte richiesto per cui il comune deve assolutamente intervenire. Se l’impresa ha delle difficoltà finanziarie o di qualunque altra natura dobbiamo trovare una via d’uscita per garantire l’ultimazione dei lavori in tempi relativamente brevi”.
Un problema, quello dei ritardi nei lavori, che era stato ripetutamente sollevato in questi anni nel corso delle varie conferenze di servizi e delle riunioni, sollecitando più volte l’impresa ad aumentare la dotazione organica del cantiere. In ultimo, la stessa proroga concessa a febbraio di ulteriori sei mesi per la conclusione dell’opera (data prevista 15 agosto) prevedeva l’impegno ad una accelerazione dei lavori oltreché, come è noto, alla rinuncia alle corpose riserve (37 mln) proposte sugli stati avanzamento lavori.
A distanza di tre mesi da quell’accordo, non soltanto sembra palese che il termine ultimo previsto non potrà essere rispettato, ma per di più è evidente a chiunque transiti ai margini della zona portuale, di come i lavori abbiano addirittura subito un ulteriore rallentamento, quantomeno a giudicare dal numero di mezzi e uomini che si notano dall’esterno all’opera.
Ecco perché l’amministrazione comunale di Sant’Agata Militello, dopo un confronto col neo Rup Basilio Sanseverino ed al direttore dei lavoro Giuseppe Ferraloro che ha seguito un precedente vertice a Palermo con l’assessorato regionale infrastrutture, ha deciso di passare alle vie di fatto diffidando l’impresa Amec. Un passo che, stando all’aria che tira, potrebbe anche essere il preludio all’avvio del procedimento di rescissione del contratto d’appalto.
Un epilogo che si era sempre cercato di scongiurare, in uno stadio comunque avanzato dei lavori, per evitare l’insorgere di contenziosi che potrebbero significare un blocco del cantiere ed un ulteriore posticipo della consegna ma che a questo punto, anche alla luce del prossimo intervento complementare da eseguire per il sifonamento al sopraflutto, il cui progetto da 10,7 milioni è già stato approvato, pare un’ipotesi meno remota.