Dopo il fermo obbligato del 2020 e del 2021, dovuto alla pandemia, riprende quest’anno la tradizionale Festa del Muzzuni, la festa più antica d’Italia, in coincidenza con la Festa di San Giovanni che si celebra, appunto, il 24 giugno di ogni anno. U Muzzuni è una festa tradizionale che mostra i tratti distintivi di riti risalenti all’antica civiltà ellenica, ebraica, retaggio di un antico rito legato al mondo contadino. Il rito propiziatorio alla fertilità della terra è anche un inno alla natura, all’amore e alla giovinezza.
Il Muzzuni di Alcara Li Fusi è un rito richiamato da illustri studiosi del passato, da Giuseppe Pitrè a Émile Durkheim a Gerardus Van del Leeuw, da Mircea Eliade a Ernesto de Martino fino ad Antonino Uccello, Diego Carpitella, Antonino Buttitta e Lombardi Satriani, senza per questo dimenticare i nostri studiosi locali quali Giuseppe Stazzone, Fabrizio Passalacqua ed altri.
Sul Muzzuni tante sono le testimonianze letterarie e tra le tante quella del compianto Vincenzo Consolo ove ne “Il sorriso dell’ignoto marinaio” fa proprio riferimento alla festa di Alcara. Ad aprire l’edizione di quest’anno sarà Mauro Geraci, antropologo culturale presso l’Università di Messina, noto studioso dei poeti-cantastorie siciliani nonché riconosciuto quale attento continuatore e interprete dei cantastorie. Un po’ sulla scia di grandi cantastorie come Orazio Strano, Giuseppe Ricotta e Franco Trincale che composero storie cantate sulla Vara di Messina, sulla Madonna di Tindari, sulla Festa di Treccastagni, sulla Madonna dei Naviganti di Capo d’Orlando o su quella della Madonna della Stella di Militello in Val di Catania, Mauro Geraci ha composto proprio per l’edizione di quest’anno “Cantamu lu Muzzuni!” una storia cantata che ricapitola le ritualità, i simbolismi come gli effetti antropologici della festa alcarese. Storia che verrà presentata, alla presenza del Sindaco e delle autorità locali, la sera del 24.
Nel Muzzuni, come nota ancora Mauro Geraci in un suo breve saggio sulla ricorrenza di Alcara Li Fusi, la casa e la festa sembrano non avere porte e disporsi in un rapporto di transizione, di comunicazione dialettica fatto di miti, oggetti, azioni, relazioni, narrazioni, canti polifonici, rituali espositivi ed ostensivi quanto mai eclatante e interessante da un punto di vista antropologico. Gli angoli più caratteristici del paese vengono preparati per accogliere gli altarini sui quali verrà posto u Muzzuni, con “pizzari“, tipici tappeti di tessuti con l’antico telaio a pedale, esposte sulle pareti, sui balconi e sulla strada. Il tutto coronato con intrattenimenti musicali, cantori, riti della comparanza e scambio di confetti.
Il programma di quest’anno viene realizzato a partire dal 24 giugno (Festa di San Giovanni) rievoncando i riti storici e tradizionali, per completarlo con manifestazioni del fine settimana del sabato 25 e domenica 26 con concerti, escursioni e visite guidate.
Un ringraziamento va alle associazioni locali che ancora una volta hanno dato la loro incondizionata disponibilità in quanto promotori di iniziative che consentono di valorizzare ancor di più gli aspetti tradizional popolari di Alcara.
Comunicato Stampa