Oltre mille anni di carcere sono stati chiesti dalla Dda di Messina nei confronti di 101 imputati del processo sulla mafia dei Nebrodi (riferisce l’Agenzia ANSA).
La Procura, guidata da Maurizio De Lucia ha anche chiesto confische di denaro e attività per oltre 30 milioni. Pene durissime per un dibattimento celebrato in tempi record e che ha visto impegnati 4 pm: l’aggiunto Vito Di Giorgio, i magistrati Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Alessandro Lo Gerfo.
Il processo, in corso presso l’aula bunker del carcere di Gazzi a Messina di fronte al collegio del Tribunale di Patti, presidetuo da Ugo Scavuzzo, nasce dall’operazione denominata “Nebrodi” che, oltre a ricostruire l’organigramma dei clan messinesi, ha scoperchiato il sistema delle truffe per i contributi agricoli all’Unione Europea e all’Agea, su terreni in qualche modo collegati ad esponenti della criminalità organizzata.
Nei prossimi mesi previsto quindi un calendario serrato di udienze con gli interventi dei legali di parte civile e delle difese degli imputati. Verosimilmente a settembre dunque dovrebbe essere pronunciata la sentenza di primo grado.
“Sarò presente in aula quando sarà letta la sentenza”, ha scritto in un comunicato stampa l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. “Mi hanno tolto la libertà costringendo la mia famiglia a vivere in una casa presidiata dall’Esercito ma due cose non sono riusciti a togliermi: la vita e la dignità e grazie a quest’ultima attenderò la sentenza per poterli guardare negli occhi e poter dire loro: abbiamo vinto noi”.