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Frode all’UE per i contributi agricoli. Cinque denunciati e sequestro beni per 80 mila euro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, a conclusione di una complessa indagine coordinata dalla Procura Europea (European Public Prosecutor’s Office) di Palermo, hanno denunciato cinque soggetti ritenuti responsabili dell’indebita percezione di contributi comunitari per oltre 130 mila euro ed eseguito un decreto di sequestro di beni del valore di 80 mila euro.

La misura cautelare reale di natura ablativa interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basata su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva stabilito dall’art. 27 della Costituzione.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle della Tenenza di Patti hanno denunciato, a vario titolo, due rappresentanti legali pro tempore di una società agricola ed il relativo amministratore di fatto, oltre ad ulteriori due soggetti parimenti ritenuti responsabili dei reati di tentata truffa aggravata ai danni dello Stato e di falso ideologico.

Più in particolare, dopo articolati riscontri documentali e contabili di polizia economico-finanziaria, attraverso l’analisi delle domande uniche di pagamento presentate all’AGEA relativamente alle campagne agricole dal 2013 al 2022, i Finanzieri pattesi accertavano come l’impresa agricola indagata, attraverso artifizi e raggiri, dichiarasse falsamente la proprietà di numerosi terreni, in realtà facenti parte di un compendio immobiliare ricadente nell’attivo di una procedura fallimentare del Tribunale di Patti. Con tale espediente, i tre indagati inducevano in errore l’ente pagatore Agea, concretamente riscuotendo risorse comunitarie per oltre 130 mila euro.

Nel medesimo ambito, poi, si accertava come ulteriori due soggetti, al pari dei nominati due rappresentanti pro tempore dell’impresa agricola oggetto di indagine e del relativo amministratore di fatto, avessero utilizzato i medesimi terreni per richiedere ulteriori contributi, questa volta non percepiti, per ulteriori 50 mila euro, anche in questo caso tentando di trarre in inganno i funzionari dell’Organismo pagatore.

Di qui l’odierno provvedimento di sequestro preventivo di somme di denaro e beni immobili – ai fini della confisca – per un valore complessivo ammontante a circa 80.000,00 euro, corrispondenti ai proventi illeciti relativi alle truffe non già prescritte ai fini penali.

Gli stanziamenti della Politica Agricola Comune, interamente finanziati dall’Unione Europea, sono finalizzati ad implementare il reddito degli agricoltori, oltre a sostenere le produzioni delle imprese agricole sane, aumentandone la qualità, sostenibilità e competitività del prodotto realizzato.

Il territorio della provincia messinese, purtroppo, non è nuovo a fenomeni della specie e le modalità illecite oggi documentate sono già assurte agli onori della cronaca, anche nazionale, perché sfruttate da strutturate organizzazioni criminali, anche di matrice mafiosa, che hanno intuito in anticipo le potenzialità dei flussi finanziari provenienti dalle risorse comunitarie.

Proprio per tali ragioni, Autorità Giudiziaria e Guardia di Finanza continueranno a mantenere altissima la soglia di attenzione, evitando che significative risorse pubbliche diventino facile preda di imprenditori spregiudicati, in danno dei tanti imprenditori onesti operanti in tali territori.

In tal senso, le odierne attività investigative testimoniano il continuo impegno assicurato dalla Guardia di Finanza e dalla Procura Europea nella lotta alle frodi in danno al bilancio dell’Unione Europea nel delicato territorio della provincia peloritana.

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