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Ospedale nel baratro e diritto alla salute negato sui Nebrodi, i sindaci fanno appello al Prefetto

Un incontro urgente con il Prefetto di Messina è stato chiesto dai sindaci del Distretto Sanitario 31 per discutere e porre un freno ad un precipizio sempre più profondo nel quale stanno sprofondando l’Ospedale di Sant’Agata Militello ed in generale i servizi sanitari sui Nebrodi.

La scelta di chiedere l’intervento del Prefetto è stata condivisa dai rappresentanti delle amministrazioni comunali dei 18 centri del distretto nel corso di un incontro svoltosi al comune di Sant’Agata Militello convocato a seguito della richiesta del sindacato “Nurising Up”.

“Richiamiamo i sindaci alle loro responsabilità, quali tutori del bene comune, per una necessaria e ferma presa di posizione nei confronti delle istituzioni regionali e del management dell’Asp, affinché tengano conto delle esigenze dei cittadini dei Nebrodi e dei lavoratori”, hanno scritto il una nota a firma il dirigente provinciale Biagio Proto, gli Rsu Salvatore Smiriglia e Daniela Mommo e gli Rsa ospedalieri Biagio Nocifora, Leone Brancatelli, Benedetto Nocifora, Amalia Murano, Maria Lenzo e Calogero Cannistraci, denunciando le gravi conseguenze per utenti e lavoratori stessi derivanti dai continui tagli di reparti e servizi.

Ultima in ordine di tempo (secondo quanto riferito dalla Gazzetta del Sud già nell’edizione di venerdì, ndc) la chiusura anche dei servizi ambulatoriali rimasti al reparto di ostetricia e ginecologia, con la mobilità a Milazzo, al momento per trenta giorni lavorativi, dell’unica specialista che era rimasta in servizio a Sant’Agata la cui dotazione organica sulla carta di cinque ginecologhe vede di fatto altre tre in forze continuativa presso altri ospedali ed una costretta ad assentarsi per malattia.

Alla riunione erano presenti i sindaci e gli amministratori dei comuni di Sant’Agata Militello, Acquedolci, Torrenova, Militello Rosmarino, San Marco d’Alunzio, Mirto, San Salvatore di Fitalia, Capri Leone, Capo d’Orlando, Castell’Umberto. Il punto d’incontro è stato trovato sulla necessità di contrapporsi ad un “piano di smantellamento preordinato” dell’ospedale santagatese, “alzare il livello dello scontro e restituire credibilità all’ospedale”. Sollecitata dunque, oltre alla richiesta d’incontro col Prefetto, la mobilitazione popolare.

Sulla contestata convenzione col “Giglio” di Cefalù l’assemblea di è quindi espressa su una sostanziale condivisione dell’opportunità di procedere ad evidenza pubblica comparativa e previa previsione di precisi paletti a salvaguardia dei lavoratori esistenti, con priorità agli interventi per i pazienti del territorio e la garanzia anche delle prestazioni in regime di emergenza urgenza.

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