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Nasce il Sant’Agata sudamericano. La nuova dirigenza: «Progetto a medio-lungo termine, insieme possiamo fare bene»

Su il sipario sul Città di Sant’Agata versione sudamericana, con la presentazione ufficiale della nuova dirigenza che raccoglie il testimone dal gruppo uscente dopo quattro stagioni esaltanti di serie D.

Al castello “Gallego”, di fronte ad una nutrita schiera di persone e tifosi, erano presenti il nuovo presidente della società biancoazzurra, l’imprenditore argentino Maximiliano Sosa, che sarà affiancato dal vice presidente Ariel Ojeda. Al loro fianco le due figure che in qualche modo hanno fatto da tramite per concludere la trattativa, Massimiliano Ferraro, che sarà il direttore tecnico, e Santo Russo, che invece ricoprirà il ruolo di direttore sportivo. A presentare il nuovo sodalizio sono stati il direttore generale uscente Gianluca Amata ed il sindaco Bruno Mancuso.

Quello attorno al nuovo Città di Sant’Agata è stato definito da tutti come un progetto di “medio lungo termine”, in grado di costituire una vetrina importante per giocatori sudamericani ma non solo, partendo dalla sostenibilità dei costi e da un obiettivo tranquillo come la salvezza, per provare a crescere nel tempo integrandosi sempre di più con la realtà locale. L’allenatore sarà l’argentino Carlos Dario Aurelio, 48enne di Mar de Plata, un passato importante da calciatore anche in Italia con le maglie di Spal, Brescia e Cosenza in serie B, e quindi da allenatore in Argentina, Colombia, Cile e Lettonia. Vicino al progetto bianco azzurro anche il procuratore sportivo Giuseppe Accardi, palermitano ex giocatore che ha militato a lungo tra serie B e C.

Queste alcune dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa:

Gianluca Amata (DG uscente): «Oggi è certamente uno dei giorni più belli per la Sant’Agata sportiva, è veramente un bel giorno in cui ha inizio una nuova stagione sportiva ed un percorso nuovo. Tante persone in questi anni si sono avvicendate alla guida del Città di Sant’Agata, erano in tanti, qualcuno è andato via ma qualcuno è rimasto e quei pochi che sono rimasti sono riusciti a portare a livelli inimmaginabili questa società, a compiere quel miracolo sportivo che ha dato a Sant’Agata calcistica tanto lustro e consegnato risultati indimenticabili. Tutto questo ci ha consentito di essere un esempio virtuoso di buona gestione, di risultati, di serietà e organizzazione, e questo è quello che ci ha consentito di essere oggi qui, di essere stati attenzionati da un gruppo di persone per continuare a fare calcio a Sant’Agata nel segno della continuità, della sostenibilità e soprattutto della serietà.

Una citazione la voglio fare per Bruno Mancuso, un amico del Città di Sant’Agata ma non perché per compito di istituto lo doveva essere, lui è stato amico per scelta, anche in un momento difficile. L’appello che mi sento di fare oggi a tutti è che ogni piccolo gesto, ogni granello può significare tanto. Le chiacchiere le abbiamo fatte ora dobbiamo fare i fatti ma tutti t dobbiamo essere protagonisti dei fatti, quindi l’appello è veramente di fare di fare qualcosa, di avere slancio e voler bene a questa squadra».

Bruno Mancuso (sindaco): «Sono state queste settimane di grandi preoccupazioni per le sorti della nostra squadra, preoccupazioni che sono state rappresentate pubblicamente in maniera anche energica dalla tifoseria, dal gruppo 98076, che ha dimostrato grande cuore, grande attaccamento e voglia di vedere il Sant’Agata sempre in alto, quindi un grazie prima di tutto va ai tifosi e sostenitori perché senza i tifosi non si va da nessuna parte. I nostri amici qui presenti, che ho avuto la possibilità di conoscere già in qualche riunione precedente, sono persone il cui curriculum è di grande rispetto sia sul piano delle competenze sportive ma anche sul piano delle loro esperienze professionali ed umane. Questa è una integrazione della società e quindi il supporto da parte della comunità di Sant’Agata e da parte dell’ex staff dirigenziale che ancora si vuole impegnare è assolutamente garantito. Noi saremo vicini a voi per la gestione della società sia dal punto di vista logistico e di tutto quello che avrete bisogno per rendervi il soggiorno gradevole.  Il progetto è sicuramente serio che ci lascia garantiti sul fatto che non arriva il patron di una città per prendersi il titolo e poi magari spostarselo quando sarà possibile tra un anno o due.  Sant’Agata sarà una vetrina importante anche per ragazzi che verranno da fuori ed a mio parere non potevamo avere di meglio. Se questi signori sono venuti a Sant’Agata non è stato un caso ma sono venuti perché Sant’Agata è credibile. Siamo quindi felici di quello che sta succedendo perché diamo garanzia ad una squadra che si è distinta in questi anni per capacità organizzative, per know-how e per gestione tecnica, credo che sia la squadra che ha speso di meno ed ha ottenuto di più in serie D».

Maximiliano Sosa (presidente): «Voglio ringraziare il sindaco ed il direttore Amata che sono stati molto ospitali con noi. Arriviamo qua per fare una bella figura, siamo molto contenti di aver trovato una società molto organizzata e questo per noi è la cosa più importante. Vogliamo parlare di sinergia, noi vogliamo renderla una società professionista».

Ariel Ojeda (vice presidente): «Sono stato io a convincere il presidente a venire qua in Italia ma quando sono venuto a Sant’Agata la prima volta sono tronato a San Cataldo pensando se fosse o meno la scelta giusta perché sinceramente non credevo che ci potesse essere una società così seria. Ho avuto la fortuna di giocare in più di venti squadre in Sicilia e mai ho trovato una società così con persone sane. C’erano altre società, ma penso che abbiamo fatto la scelta giusta, possiamo lavorare e fare bene in un paese bellissimo e penso che potremo fare grandi cose».

Santo Russo (direttore sportivo): «È stata scelta la piazza di Sant’Agata perché abbiamo trovato una società davvero organizzata dove si può fare bene. Il progetto non è iniziato così per caso perché Sant’Agata era in difficoltà ma è partito molto prima, quando siamo andati in Argentina a visionare il torneo ed il campus del presidente dove abbiamo visto tantissimi ragazzi e tantissime partite e selezionato i migliori per poterli portare nella prossima stagione in Italia. Quando c’è stata la possibilità di Sant’Agata il presidente non ci ha pensato due minuti, ha preso l’aereo aereo ed è venuto di persona per chiudere la trattativa. È un progetto a medio lungo termine che tende ad amalgamare una squadra tra Argentina o sudamericani e italiani di categoria. Per quanto mi riguarda ho un’eredità pesante che quella del direttore Meli che ha fatto benissimo in questi tre anni qui a Sant’Agata il nostro progetto è sempre quello stare attenti ai costi ed avere dei buoni risultati sportivi. La partenza in ritardo non compromette niente, perché è vero che qualcuno ha gli accordi ma prima del 1° luglio non si può muovere nessuno e magari si può anche cambiare idea. L’idea nostra e del presidente è come quella del Sant’Agata con la vecchia gestione. Partiamo da una prima squadra per fare bene, riuscendo a spendere i soldi giusti e con gli anni riuscire anche a creare un settore giovanile e coinvolgere tutta la comunità e quindi crescere piano piano tutti quanti insieme».

Massimiliano Ferraro (direttore tecnico): «Secondo me in Sicilia il Sant’Agata è la società di calcio più organizzata che ci possa essere sul territorio, lo dimostrano i fatti e come hanno lavorato. Hanno fatto un gran lavoro e fare quello che hanno fatto loro non è facile. Quando si è presentata l’occasione ho parlato con Gianluca ed ho subito capito che c’è unione di intenti. Un aiuto ci è stato confermato dalla ex proprietà e questo ci ha dato uno stimolo in più per continuare questo progetto. Cercheremo di sbagliare il meno possibile. Inizieremo a lavorare già a metà di luglio e cercheremo di rappresentare questa comunità e ringrazio tutta la proprietà che ci sta dando questa opportunità».

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