Stanno per partire oltre un centinaio di denunce nei confronti di quanti lo scorso Mercoledì 11 settembre bloccarono i treni alla stazione di Santo Stefano Camastra, nel corso della protesta contro la chiusura dei tribunali di Mistretta e Nicosia. Ad essere coinvolti saranno dunque tutti i manifestanti, sindaci, amministratori, avvocati e semplici cittadini. L’azione di polizia giudiziaria è in fase di svolgimento in stretta collaborazione tra la Polizia di Sant’Agata Militello, coordinata dal dirigente Carmelo Alba, il commissariato di Nicosia e la Compagnia Carabinieri di Santo Stefano di Camastra, Attraverso le immagini girate dagli agenti della polizia scientifica, gli inquirenti proprio in questi giorni stanno procedendo all’identificazione dei soggetti che per oltre quattro ore occuparono i binari, impedendo il transito dei treni alla stazione di Santo Stefano di Camastra, generando disagi e ritardi all’intera circolazione ferroviaria. Per tali ragioni, i reati ipotizzati sono d’interruzione di pubblico servizio e blocco ferroviario. Un’altra parte dell’inchiesta, invece, riguarda aspetti della mobilitazione popolare di questi giorni. In particolar modo i Carabinieri della Compagnia di Mistretta stanno infatti procedendo all’identificazione per la successiva denuncia di una trentina circa di persone, protagoniste attive dei sit-in di protesta che da Martedì sono stati istituiti al Tribunale di Mistretta. Per loro l’imputazione riguarda il blocco dei mezzi che erano giunti da Patti per eseguire il trasferimento dei fascicoli. Stesso discorso per i manifestanti che hanno invece impedito il trasferimento dei fascicoli dal tribunale di Nicosia a quello di Enna. I passaggi giudiziari eseguiti dalle forze dell’ordine rappresentano, comunque, un fatto dovuto ed ampiamente messo in conto dagli stessi manifestanti, amministratori in primis. La raffica di denunce per il blocco ferroviario, ad esempio, ha un precedente illustre nel messinese. Quello della stazione di Gioiosa Marea, il 24 novembre del 2009. Anche lì, cittadini e sindaci infuriati per gli infiniti ritardi negli interventi e nella riapertura della strada statale 113, interessata da gravi fenomeni di dissesto idrogeologico nella zona di Capo Skino, scesero tra i binari fermando i treni. Quell’azione costò loro la denuncia ed il relativo processo a tutt’oggi in corso, dopo che amministratori e manifestanti si opposero al decreto di condanna pecuniaria scattato nel loro confronti.