Diabete mellito: tipologie, diagnosi, prevenzione e terapie
Oggi parliamo di diabete con la Dott.ssa Rosalia Zingale, specializzata in endocrinologia e malattie del ricambio indirizzo Diabetologico.
Il rapido aumento dei casi di diabete mellito di tipo 2 e la sua comparsa in fasce di età sempre più giovane si sta configurando come una vera e propria emergenza mondiale, anche in ragione delle pesanti ripercussioni che la malattia ha sia sulle aspettative e qualità di vita del singolo individuo sia sulla collettività. In Italia, secondo i dati ISTAT 2010, ci sono oltre tre milioni di persone con diabete noto ed almeno un altro milione con diabete non diagnosticato. Questi dati hanno generato un comprensibile allarme e pongono inevitabilmente il problema della sostenibilità sociale e sanitaria di questa patologia.
Dott.ssa Rosalia che cos’è il diabete? Come si manifesta: quali i sintomi?
Il diabete mellito è una malattia cronica e progressiva caratterizzata da elevati valori di zucchero nel sangue. Esistono due tipi principali di diabete: il diabete mellito di tipo 1, dovuto a una carenza “assoluta” di insulina che colpisce prevalentemente, ma non esclusivamente, soggetti in età giovanile e il diabete mellito tipo 2, caratterizzato da un doppio difetto metabolico l’insulino-resistenza e la carenza “relativa” di insulina. Questo è il tipo più comune di diabete, costituendo il 90-95% dei casi. Si manifesta maggiormente nei soggetti adulti e anziani, spesso obesi. L’esordio della malattia nei diabetici di tipo 2 è lento e insidioso perché l’iperglicemia si instaura gradualmente e pertanto la sintomatologia può restare a lungo silente e non esserediagnosticato per molti anni. Solo in fase avanzata i pazienti lamentano i classici sintomi del diabete: poliuria (escrezione di grandi quantità di urine), polidipsia (sensazione di sete intensa), astenia, adinamia, calo ponderale e disturbi visivi.
In cosa consiste la diagnosi?
La diagnosi di diabete viene posta mediante indagini di laboratorio che comprendono la determinazione della glicemia, l’emoglobina glicosilata (HbA1c) e/o un test da carico orale di glucosio (OGTT), in accordo con le ultime linee guida. La diagnosi impone una completa valutazione clinica al fine di classificare il paziente, valutare il controllo metabolico e lo stato di salute generale, individuare la presenza di eventuali complicanze e formulare un adeguato piano terapeutico.
Il diabete mellito può “causare” gravi problemi di salute?
Si. Il diabete, se non adeguatamente diagnosticato e trattato, può determinare la comparsa di gravi problemi di salute. Solitamente queste complicanze si sviluppano in un arco di tempo relativamente lungo, ma talvolta, soprattutto nel diabete di tipo 2, possono essere presenti già al momento della diagnosi. Le complicanze a lungo termine si dividono in complicanze macroangiopatiche che interessano i grossi vasi che irrorano il cuore, il cervello e gli arti inferiori e complicanze microangiopatiche che invece interessano i piccoli vasi di occhio, rene e nervi periferici provocandoretinopatia, nefropatia eneuropatia diabetica. Inoltre, è bene ricordare che i pazienti diabetici sono più facilmente esposti alle infezioni soprattutto a carico della cute, delle vie urinarie e a patologie del cavo orale.
È possibile fare prevenzione?
Studi epidemiologici hanno dimostrato che è possibile prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 2 attraverso modifiche dello stile di vita. In particolare, un’attivita fisica aerobica di moderata intensità, della durata di almeno 20-30 minuti al giorno e il calo ponderale del 5-10%,
riducono del 60% circa l’incidenza del diabete mellito tipo 2 e rappresentano, pertanto, uno strumento preventivo e terapeutico particolarmente efficace per arrestare o rallentare l’insorgenza di diabete.
Quali, invece, le possibili terapie?
La terapia del diabete ha lo scopo di ottimizzare il controllo della glicemia riducendo la comparsa e/o la progressione delle complicanze. Nel diabete di tipo 1, la terapia si basa sulla somministrazione di insulina attraverso siringhe o, da alcuni anni, “penne” oppure attraverso l’utilizzo di microinfusori. Nel tipo 2, invece, la terapia insulinica può non essere necessaria, almeno nelle fasi iniziali. Vengono utilizzate diverse classi di farmaci ipoglicemizzanti orali e, di recente, anche farmaci che prevedono una somministrazione per via iniettiva diversi dall’insulina.
Ringraziamo la dott.ssa Rosalia Zingale per la sua collaborazione.
Alberto Visalli