La sua passione per gli strumenti musicali nasce da piccolissima. A 11 anni la sua prima esibizione di canto. Quando si trova sul palco e canta “si sente a casa”. Tra le sue esperienze canore, l’incisione di un brano in un film del regista Vittorio Sindoni. A “Talenti Cercasi”, Katia Mastrolembo.
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a cantare?
Come tutti mi sono approcciata alla musica fin da piccola,con i dischi di papà. Da quando ne ho memoria, ricordo sempre una forte attrazione per gli strumenti, la musica, i suoni … come quando piccolissima, potevo avere 3-4 anni, in un Centro Commerciale, mi allontanai dai miei genitori che disperati mi ritrovarono di fronte a degli strumenti musicali e per riportarmi a casa furono costretti a comprarmi un piccolo piano che ancora ricordo; era di colore azzurro con dei fiorellini rosa sul coperchio superiore. La prima esibizione, vera e propria, avvenne all’età di 11 anni, al saggio della mia maestra di pianoforte, la quale notò il mio amore per il canto ed invece di uno spartito in mano mi mise un microfono.
Quali sono i tuoi punti di riferimento. Hai dei cantanti o band a cui ti ispiri?
Crescendo ho imparato ad amare ed ascoltare tutta la musica sviluppando ovviamente le mie preferenze. Sono cresciuta ascoltando Aretha Franklin, Mina, Etta James, Pink Floyd, Amy Winehouse … potrei continuare all’infinito. Due donne mi hanno particolarmente colpito: Whitney Houston, per la sua eleganza, duttilità ed estensione vocale e Mia Martini, per il suo cuore e l’immensa sofferenza che riusciva a far passare tramite la sua voce e la sua interpretazione.
Cos’è la musica per te?
Una buona compagna di vita … quasi quasi come uno “zito” … non a caso ho un rapporto di amore ed odio! La musica sa dare completezza; qualsiasi sentimento cerchi in lei lo ritrovi, ma allo stesso tempo ti toglie tutto perché richiede tanto tempo, impegno e molti sacrifici.
Cosa provi quando canti?
Questa è una domanda alla quale non saprei rispondere razionalmente! La musica è un linguaggio universale, le emozioni sono molteplici e mi ci faccio trasportare cercando di comunicare qualcosa. Si è soliti dire che il cuore si trova dove c’è casa, allora, oserei dire che quando mi trovo sul palco e canto,mi sento a casa!
Quanto conta per te il testo di una canzone rispetto alla musica?
Mi fa molto piacere rispondere a questa domanda! Il testo è fondamentale, ma musica e testo sono complementari. Per creare una bella canzone la parola dovrebbe essere legata in modo profondo e non in modo banale ad ogni singola nota; qualsiasi bella melodia ne risentirebbe con un testo inadeguato e viceversa … poi se si vogliono creare “tormentoni”, quello è tutto un’altro discorso. La musica stimola l’immaginazione, le parole diventano immagini, sono il veicolo per conquistare il cuore di chi ascolta i pezzi. Musica e testo ci regalano un biglietto per iniziare un viaggio,creando sensazioni che ci fanno immedesimare in modo intimo e personale iniziando un viaggio nel proprio io, tra ricordi, esperienze e memorie, dando vita ad emozioni.
Tra le tue esperienze e partecipazioni quali ricordi con soddisfazione, perchè?
L’esperienza che ricordo più per l’emozione che per la soddisfazione è stata la partecipazione al film “Abbraccialo per me ” di Vittorio Sindoni, con l’incisione del brano “Ciatu du me cori”, che fa parte della colonna sonora del film, composta dal Maestro Frizzi. È stato un onore prendere parte a questo lavoro per la tematica affrontata, ossia, la disabilità mentale. Mi piace vedere questo film come portavoce di tante difficili realtà che molte persone devono affrontare giornalmente facendoci capire quanto candore possiedono queste persone speciali.
Che consigli daresti a chi sogna di diventare cantante?
Quello di iniziare il proprio percorso, con cuore, studio e senza scoraggiarsi … L’unica cosa che mi sento di dire citando il grande Charlie Parker è “Impara tutto sulla musica e sul tuo strumento, poi dimentica tutto sia sulla musica che sullo strumento e suona ciò che la tua anima detta”.
Hai un particolare progetto per il futuro?
Si, ci sono vari progetti ai quali mi sto dedicando ma preferisco non espormi a riguardo, in quanto sono ancora in fase embrionale. Per ora preferisco dedicarmi alla collaborazione con Nino Milia, con il nostro duo acustico jazz ed allo spettacolo teatrale “Viola non è il mio nome” di Alberto Bottacchiari per la regia di Cinzia Scaglione.
https://www.youtube.com/watch?v=n2Gwc45yZsk
https://www.youtube.com/watch?v=LCFGa4hrsSc
Alberto Visalli