Sono il dipendente comunale Giovanni Mascia, accusato di truffa aggravata continuata, l’ex segretario generale del comune di Barcellona, Roberto Ribaudo, attualmente a Sant’Agata Militello, l’ex assessore Roberto Iraci e l’ex dirigente del settore urbanistica Elisabetta Bartolone i quattro destinatari della richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Federica Paiola. Ribaudo, l’ex assessore e la funzionaria comunale sono accusati di abuso d’ufficio. La vicenda riguarda un’indagine della Guardia di Finanza sull’assenteismo al Comune barcellonese. Le Fiamme Gialle hanno scoperto come il dipendente Giovanni Mascia, nonostante risultasse regolarmente in servizio, non si fosse presentato al lavoro addirittura per due anni e nove mesi (da Luglio 2012 ad Aprile 2015). Gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle avevano avuto origine dalla segnalazione di un Capo Servizio del Comune il quale, lamentando al proprio dirigente il numero esiguo di personale a disposizione, scopriva l’esistenza, ma solo sulla carta, di un ulteriore dipendente in organico. Un soggetto di cui non conosceva neanche l’aspetto fisico, considerato che non si era mai recato presso l’ufficio cui era assegnato, ufficio oggetto di una significativa riorganizzazione interna con spostamento di personale e cambi d’incarico. La meticolosa attività investigativa eseguita dai militari della Guardia di Finanza, grazie all’acquisizione di documenti ed alle testimonianze delle persone in grado di riferire sui fatti, ha consentito di accertare l’assenza ingiustificata e prolungata del dipendente comunale in esame. Lo stesso si recava ad effettuare la “timbratura” del badge, in entrata ed in uscita, allontanandosi immediatamente. In alcuni casi aveva anche presentato dei certificati medici.
Le accurate indagini hanno permesso d’individuare violazioni di natura penale anche per altri tre soggetti facenti capo all’amministrazione comunale che ricoprivano, all’epoca dei fatti, le cariche di dirigente dell’ufficio urbanistica, segretario generale e di assessore con delega all’urbanistica. Tramite l’analisi della documentazione acquisita è stato dimostrato che gli stessi, pur essendo a conoscenza dell’assenza del dipendente in questione, incuranti delle continue segnalazioni trasmesse dal capo servizio e nonostante i compiti di vigilanza a loro demandati, non si erano mai attivati per porre fine alla situazione irregolare, consentendo così il perdurare dell’illecito. Allo scopo di recuperare quanto indebitamente percepito dall’impiegato, sono state calcolate le retribuzioni e gli oneri previdenziali e contributivi erogati, con conseguente segnalazione di danno erariale alla Procura Regionale della Corte dei Conti sia del responsabile che degli altri tre soggetti in concorso per un importo di oltre 64.000 euro.
Cronaca