Nell’ambito del progetto “Legalità”, svolto in continuità verticale dalle classi quinte di scuola primaria e prime di scuola secondaria di primo grado, dell’ Istituto Comprensivo n. 2 “Giovanni Paolo II”, ha avuto luogo, presso il cineteatro “Rosso di San Secondo” di Capo d’Orlando, il convegno “La legalità incontra i ragazzi”.
Al tavolo dei relatori: il vice sindaco di Capo d’Orlando Andrea Paterniti, il Magistrato Sostituto Procuratore dott. F. Massara, il Presidente ed il Vice Presidente dell’A.C.I.O. di Capo d’Orlando E. Mammana e S. Damiano, il Dirigente Scolastico dell’ I.C. n. 2 “Giovanni Paolo II” di Capo d’Orlando dott.ssa Antonina Milici, la prof.ssa Rosetta Vitanza Dirigente Scolastico del Liceo delle Scienze Umane “E. Scibilia” di Capo d’Orlando, i coniugi Vincenzo e Augusta Agostino. A moderare gli interventi l’Ins. Gabriella Messina. Uditori molto disciplinati i ragazzi delle classi quinte di scuola primaria e prime di scuola secondaria di primo grado che hanno seguito con attenzione i vari interventi intervallati da proiezioni di video e letture di poesie.
«Questa è la penultima tappa, – ha spiegato la Dirigente Milici, – di un percorso di incontri sulla legalità che si concluderà con la partecipazione alla giornata in memoria dei giudici Falcone e Borsellino, il 23 maggio, a Palermo. Obiettivo di questo incontro, come di quelli che hanno coinvolto i ragazzi durante l’anno scolastico, grazie alla collaborazione delle Forze dell’ordine, è quello di far metabolizzare in loro i valori della legalità, del rispetto delle regole, della giustizia, etc.».
Enzo Mammana Presidente A.C.I.O. Capo d’Orlando e Sarino Damiano Vice Presidente, primo testimone di giustizia nell’esperienza antiracket, hanno attirato l’attenzione dei ragazzi parlando loro del lontano 1990, quando proprio a Capo D‟Orlando, venne costituita l’Associazione Commercianti ed Imprenditori Orlandini (A.C.I.O.) che nel giro di pochissimo tempo, divenne il simbolo della lotta contro il racket delle estorsioni e la mafia in tutta Italia.
Emozionante l’intervento dei coniugi Vincenzo e Augusta Agostino genitori di Nino Agostino vittima di mafia. Era il 5 agosto 1989 quanto Antonino Agostino, agente di Polizia alla questura di Palermo, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, sposata appena un mese prima ed incinta di pochi mesi. Mentre entravano nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui, un gruppo di sicari in motocicletta arrivò all’improvviso e cominciò a sparare sui due, uccidendoli.
«Siamo qui per la memoria. Per ricordare mio figlio e mia nuora. La loro felicità è durata un mese e quattro giorni! Dal terribile giorno della loro uccisione io e mio marito abbiamo sempre chiesto giustizia. Mio figlio apparteneva allo Stato … lo Stato è muto e sordo, non ci ha dato la giustizia che noi ancora aspettiamo. In ventotto anni ancora l’attendiamo”.
Di educazione alla legalità e di speranza in una società in cui la corruzione vinca sull’iniquità ha parlato la Dirigente Scolastico del Liceo delle Scienze Umane “E. Scibilia” prof. Rosetta Vitanza.
«Questo che stiamo trascorrendo, – ha sottolineato la prof.ssa Vitanza -, è un giorno davvero importante: siamo qui per dare testimonianza di legalità e di educazione alla legalità! Papa Giovanni Paolo II, il Papa Boys, il 9 maggio 1993 ad Agrigento espresse la sua rabbia con parole di fuoco rispondendo in maniera inequivocabile al dolore dei familiari delle vittime della mafia. Il suo dolore si rivelò un vero e proprio anatema, contro la mafia, quando urlò: “Lo dico ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio”. Questo è un monito che induce tutti noi a riflettere sul nostro comportamento, anche quotidiano, perché la lotta alla mafia passa prima dalla nostra vita vissuta all’insegna della legalità, senza compromissioni e soprattutto senza prepotenza e prevaricazione. La criminalità si può e si deve annientare con la più efficace delle terapie: la legalità. Anche Papa Francesco si è rivolto “agli uomini e alle donne mafiosi” nel suo discorso in occasione della veglia di Libera per le vittime delle mafie nella chiesa di San Gregorio VII a Roma, il pontefice ha scelto di rivolgersi direttamente ai carnefici, in tono di preghiera. “Convertitevi per non finire all’inferno. Il potere, il denaro degli affari sporchi, dei crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita”. Anche io con il Papa mi sento di condividere la speranza, – ha concluso la Dirigente Vitanza -, che il senso di responsabilità vinca sulla corruzione, che le coscienze si risveglino per risanare il tessuto sociale così che la giustizia riprenda finalmente il posto dell’iniquità e che ai figli possiamo preparare un mondo migliore fondato sull’equità e sull’amore».
Alberto Visalli