Al via oggi in tutta Italia (e per un massimo di due mesi) i saldi invernali, già partiti in anticipo due giorni fa in Basilicata, Campania e Valle d’Aosta (oltre alla Sardegna, dove per sostenere il commercio dopo l’alluvione l’anticipo è scattato addirittura il sei dicembre scorso). Nelle regioni apripista si riscontra una partenza al rallenty e comunque un interesse un po’ in calo rispetto agli scorsi anni, per via della crisi che impone più attenzione alle spese, anche se in offerta e comunque per la possibilità ormai estesa a tutto l’anno di trovare negli esercizi commerciali sconti e promozioni di vario genere. Perciò non sorprende che sia in calo dal 60,5% al 58,3% la percentuale degli italiani pronti ad approfittare dei prezzi scontati. Nè che scendano del 6,3%, riguardando meno della metà degli italiani (45,1%), i consumatori che ritengono importante il periodo dei saldi. I dati giungono dalla ricerca di Confcommercio Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research. La novità è che si salva il web, con gli acquisti online che crescono del 37%, contro il già positivo +27% dell’anno passato. La quasi totalità dei consumatori che sono soliti acquistare on line “spesso” o “molto spesso”, sottolinea la ricerca, ritiene che il canale della rete sia generalmente più conveniente rispetto ai classici punti vendita tradizionali. Nello specifico, a pensarla in questo modo sono soprattutto le donne e il segmento di popolazione più giovane (fino a 44 anni). La tendenza negativa dei saldi invernali al via è confermata anche dal lato delle imprese del commercio che si attendono quest’anno una lieve flessione delle visite da parte dei clienti (-0,4%). Il 67% dei cacciatori di offerte – secondo Confcommercio – farà shopping nei negozi abituali e l’83% comprerà prodotti sia di marca che non, anche se cala la quota di chi è interessato esclusivamente all’acquisto delle ‘griffe’ (-4,3% rispetto al 2013). Le più intenzionate a voler approfittare dei saldi per acquistare l’agognato capo dei desideri sono sempre le donne, ma anche i più giovani (tra i 18 e i 34 anni) e gli abitanti nelle regioni del Mezzogiorno. Nove consumatori su dieci confermano il giudizio positivo sulla qualità dei prodotti in saldo e tre su quattro attribuiscono maggior importanza alla qualità che al prezzo. Non oltre 200 euro il budget di spesa per il 76,7% dei consumatori (+8 punti percentuali sul 2013), mentre il 57,7% delle imprese applicherà uno sconto medio sui prodotti a saldo del 30%. Per Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Sicilia, “tutti, ma proprio tutti, fanno sconti da parecchie settimane. Perché continuare con questa farsa dei saldi ingessati, quando tutti gli operatori sono per la loro liberalizzazione? Francamente ci aspettavamo da parte del governo Crocetta uno scatto di reni e fare della Sicilia regione apripista per la liberalizzazione delle vendite a saldo. Anticiparli avrebbe sicuramente aiutato a registrare un andamento delle vendite meno disastroso e reso meno plateali le vendite scontate sottobanco per niente dissimulate”. Previsione nere dal Codacons Sicilia: “Le vendite segneranno in Sicilia una riduzione media del 15% rispetto ai precedenti saldi invernali. Solo il 35% delle famiglie prevede di fare qualche acquisto durante gli sconti contro il 40% del 2013. La spesa media delle famiglie non supererà quota 200 euro”. Il Codacons mette poi in guardia dalle sempre possibili fregature come quella di “gonfiare sul prezzo vecchio, in modo da aumentare artificiosamente la percentuale di sconto e invogliare maggiormente all’acquisto”. “Un malcostume – dice l’associazione Consumatori – molto diffuso, che si può aggirare andando prima della partenza dei saldi a verificare i prezzi”. (fonte: La Sicilia Web)