“Questa è una proposta priva di fondamento. L’ex Sindaco Sottile dovrebbe infatti ricordare che la scorso aprile ha firmato, assieme agli altri sindaci dei Nebrodi, il contratto di Costa che trasferisce alla Regione la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio erosione. Chiarita la non fattibilità della proposta credo nel merito sia ‘suicida’ tipica di chi non ha capito nulla della dinamica di formazione della spiaggia e della difesa dei litorali”. Non usa mezzi termini Enzo Bontempo, presidente del circolo di Legambiente Nebrodi, nel bocciare la mozione del gruppo di minoranza di Sant’Agata Militello, con in testa l’ex primo cittadino, circa la protezione del litorale. La mozione firmata dai consiglieri Sottile, Recupero e Starvaggi, nel dettaglio, proponeva all’amministrazione comunale di ” -interagire con il Commissario straordinario al rischio idrogeologico essendo Sant’Agata di Militello per definire l’utilizzo della scogliera ,inizialmente utilizzata per mettere in sicurezza la strada del lungomare, ad ulteriore protezione del litorale , tenendo conto del progetto di ripascimento del litorale già ammesso a finanziamento nel PO FESR SICILIA 2014-2020 Azione 5.1.1.A
– capire se i conglomerati cementizi, necessari per la destrutturazione delle energie delle onde del mare, e previsti dal progetto ammesso a finanziamento, hanno una conformazione similare o equipollente a quelli che adesso sono presenti sulla banchina di riva del porto;
– capire se gli stessi conglomerati cementizi allocati sul porto , attualmente non utilizzati ,insieme ai massi della scogliera inizialmente necessari con somma urgenza dal dipartimento protezione civile per mettere in sicurezza la strada del lungomare, possano essere da subito disponibili (anche in maniera provvisoria) ed utilizzati secondo le modalità previste dal progetto di ripascimento a difesa del litorale”.
“Il nostro osservatorio – afferma Bontempo – monitora i litorali della provincia da oltre 30 anni ed in nessun caso le scogliere hanno risolto il problema, nella migliore delle ipotesi lo hanno solo spostato provocando danni nelle spiagge adiacenti. L‘esempio è Capo d’Orlando dove da oltre 30 anni si insegue questo fenomeno ed il degrado ormai investe tutto il litorale e di interventi ne sono stati fatti, barriere frangiflutti, pennelli, sacchi di sabbia sotto il pelo dell’acqua, insomma di tutto e di più, spendendo diversi milioni di euro. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: nel centro abitato la spiaggia si è dimezzata; sotto il faro è quasi scomparsa, mentre su tutta la riviera di levante, quella di San Gregorio, non vi è più spiaggia. La soluzione – continua il rappresentante di Legambiente – è quella di rimettere in movimento la sabbia bloccata dalla diga foranea, così come affermano gli studi commissionati e già in possesso dello stesso comune. Questo si può fare con un bypass, selezionando accuratamente il materiale immesso nella condotta, oppure, più semplicemente, caricando su camion la sabbia e riversandola lì dove manca. Insomma bisogna ricostruire un’adeguata profondità di spiaggia di fronte all’abitato per impedire la riflessione. Eventuali opere di protezione dei versamenti, al fine di evitarne la dispersione, si possono valutare solo oltre la Villa Falcone Borsellino, di modo che l’inevitabile erosione innescata sottoflutto interesserebbe una spiaggia ‘morta’ molto profonda dove non ci sono infrastrutture a rischio”.