Un’inchiesta giudiziaria rischia di provocare un vero e proprio terremoto politico all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana. La Guardia di Finanza ha messo, infatti, sotto indagine 97 persone tra cui 83 parlamentari, fra ex e attuali in carica. 29 sono i parlamentari regionali attualmente in carica coinvolti nell’inchiesta che si aggiungono agli altri cinque raggiunti da altri provvedimenti giudiziari. In totale ben 34 onorevoli sui novanta inquilini di Sala D’Ercole si trova invischiato nella rete dell’inchiesta che vuole far luce sui soldi gestiti dai gruppi parlamentari. Tra i nomi eccellenti dei deputati regionali attualmente in carica, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, uno dei suoi vice Pogliese, il presidente della Commissione Bilancio, Nino Dina (Udc), quello della Prima Commissione, Antonello Cracolici (Pd), il presidente della Commissione Attività Produttive Bruno Marziano (Pd), quello della Commissione Sanità, Giuseppe Digiacomo (Pd), quello della Commissione Unione Europea Toto Cordaro (anche capogruppo del Pid) e il presidente della Commissione Statuto, Riccardo Savona (Misto). I capigruppo sotto inchiesta sono Baldo Gucciardi (Pd), Roberto di Mauro (Pds) e il capogruppo Drs Giuseppe Picciolo. L’indagine coinvolge i seguenti parlamentari, più alcuni dirigenti di partito: Livio Marrocco, Giulia Adamo, Luigi Gentile, Giuseppe Spampinato, Ignazio Marinese, Alessandro Aricò, Carmelo Currenti, Marianna Caronia, Francesco Musotto, Gugliemo Scammacca Della Bruca, Francesco Mineo, Giovanni Cristaudo, Giovanni Greco, Carmelo Incardona, Raffele Nicotra, Antonino Scilla, Giambattista Bufardeci, Marco Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Rudi Maira, Salvatore Cascio, Giuseppe Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Santo Catalano, Paolo Ruggirello, Mario Bonomo, Innocenzo Leontini, Francesco Cascio, Nicola Leanza, Cateno De Luca, Cataldo Fiorenza, Nunzio Cappadona, Nicola D’Agostino, Fortunato Romano, Calogero Speziale, Michele Donegani, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Raffaele Lombardo, Riccardo Minardo, Giuseppe Sulsenti, Michele Cimino, Roberto Ammatuna, Pino Apprendi, Giovanni Barbagallo, Roberto De Benedictis, Giacomo Di Benedetto, Davide Faraone (responsabile Welfare nella segreteria di Renzi), Michele Galvagno, Giuseppe Laccoto, Giuseppe Lupo, Vincenzo Marinello, Bernardo Mattarella, Camillo Oddo, Filippo Panarello, Giovanni Panepinto, Franco Rinaldi, Salvino Pantuso, Mino Di Guardo, Massimo Ferrara, Concetta Raia, Salvatore Termine, Gaspare Vitrano, Vladmiro Crisafulli, Gianni Parisi, Giuseppe Cipriani ed Enzo Napoli. Sotto indagine anche alcuni dipendenti o consulenti dei gruppi: Gregorio Di Liberto, Anna Maria Roscioli, Sergio Iraci, Vito Messana, Anna Lucia Drago, Margherita Messina, Raimondo Sciascia, Elena Mancuso, Vincenzo Barbaro, Lorenzo De Luca. La procura ha quindi notificato tredici avvisi di garanzia nei confronti di Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza, tutti capigruppo nella precedente legislatura che nei prossimi giorni si dovranno presentare in Procura davanti ai sostituti procuratori Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri, e dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci. L’inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha preso il via nel 2012. Le Fiamme Gialle nelle scorse settimane hanno depositato in procura un’informativa con i risultati degli accertamenti. . I finanzieri del gruppo tutela spesa pubblica hanno passato al setaccio migliaia di carte per risalire alle spese effettuate con i fondi destinati ai gruppi parlamentari. Il capo dì imputazione ipotizzato è quello di peculato. Con i 13 milioni l’anno destinati ai gruppi parlamentari, trasferiti dai conti corrente istituzionali a quelli personali, infatti, sarebbe stato acquistato di tutto: dalle borse della marche più pregiate alle cravatte, dai profumi alle ceste di Natale, dai pranzi nei ristoranti ai soggiorni in alberghi di lusso. La comunicazione sull’inchiesta in corso è giunta in aula, durante la discussione sulla Finanziaria, da parte dello stesso deputato Pd Cracolici “Mi sembra giusto dare questa comunicazione al Parlmanento – ha detto Cracolici – . Ho ricevuto un avviso a comparire di fronte alla Procura di Palermo per atti legati al mio ruolo di capogruppo. Per evitare qualche interpretazione, retroscena o misteri su un’inchiesta giudiziaria nota e partita già tempo fa. Ho ritenuto giusto comunicarlo al Parlamento e lo farò domani con una conferenza stampa con la quale illustrerò ciò che mi viene addebitato. Ogni contestazione riguarda la mia attività di capogruppo. Non mi viene contestato di aver messo un euro in tasca”. Per ciascun esponente politico sono contestati importi di vario titolo: per Faraone, ad esempio, si parla di conti che tornano per 3.380 euro, per Giuseppe Lupo si indaga su quasi 40 mila euro. Ed ecco le cifre nel dettaglio: per l’allora semplice deputato Udc Giovanni Ardizzone, oggi presidente dell’Ars, si fa riferimento a un ammanco di 2.090 euro; poi Guglielmo Scammacca della Bruca, Franco Mineo, Alessandro Aricò, Giovanni Cristaudo, Carmelo Currenti, Giovanni Greco, Carmelo Incardona, Ignazio Marinese, Raffaele Nicotra, Antonino Scilla, Marco Lucio Forzese, Orazio Ragusa, Mario Parlavecchio, Salvatore Lentini, Salvatore Giuffrida, Nino Dina, Salvatore Cascio, Toto Cordaro, Pippo Gianni, Giuseppe Lo Giudice, Orazio Ragusa, Cateno De Luca, Michele Cimino, Raffaele Lombardo, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Riccardo Minardo, Fortunato Romano, Giuseppe Sulsenti, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Mario Bonomo, Raimondo Sciascia, Calogero Speziale, Miguel Donegani, Riccardo Savona, Cataldo Fiorenza, Salvino Pantuso, Roberto Ammatuna (5.810,66 euro ). E ancora: Giuseppe Apprendi (480 euro), Giovanni Barbagallo (11.569,44 euro), Mario Bonomo (4.918 euro), Roberto De Benedictis (per 4.653 euro), Giacomo Di Benedetto (per 27.425 euro), Giuseppe Digiacomo (per 6.727 euro), Michele Donato Donegani (10mila euro), Cataldo Fiorenza (4.327,80 euro), Michele Galvagno (5.681 euro di cui 1.248 per iniziative insieme a Salvatore Termine), Baldassare Guacciardi (1.365 euro), Giuseppe Laccoto (3.492 euro), Giuseppe Lupo (39.337 euro), Vincenzo Marinello (3.900 euro), Bruno Marziano (12.813 euro), Bernardo Mattarella (6.224 euro), Camillo Oddo (2.500 euro), Filippo Panarello (16.026 euro), Giovanni Panepinto (2.600 euro), Francesco Rinaldi (45.300 euro).