Altri due docenti siciliani hanno vinto la loro battaglia giudiziaria contro le illegittimità delle operazioni di mobilità relative all’anno scolastico in corso.
A stabilirlo questa volta sono stati i Tribunali di Torino e di Enna che con le proprie ordinanze hanno riconosciuto il legittimo diritto dei due insegnati ad ottenere il trasferimento vicino casa.
Il primo caso riguarda un docente della scuola secondaria di II grado, titolare a Torino in una cattedra della classe di concorso “Scienze economico – aziendali”, referente unico per l’assistenza al fratello disabile grave al quale, nelle procedure di mobilità interprovinciali a cui si era sottoposto per l’anno scolastico 2018/19, non era stato riconosciuto il diritto alla precedenza.
Il Tribunale di Torino, in composizione collegiale, accogliendo in pieno la tesi difensiva dell’avv. Fabio, ha statuito che: “l’art. 13, CCNI 2017/2018, va interpretato nel senso che qualora sussista l’impossibilità di entrambi i genitori ad assistere il soggetto disabile, il diritto di precedenza va riconosciuto ad uno dei fratelli o delle sorelle, senza ulteriori limitazioni e, in modo particolare, per quanto ora interessa, senza possibilità di distinguere tra la mobilità interprovinciale e mobilità infraprovinciale”, in quanto “ad avviso del Collegio, una diversa interpretazione della citata disposizione sarebbe in manifesto contrasto con la previsione ex art. 33 Dl 104/92, e porterebbe, inevitabilmente, alla dichiarazione di nullità della clausola contrattuale”.
Il secondo caso riguarda, invece, una docente dell’ennese, titolare nella classe di concorso “Scienze naturali, chimiche e biologiche” in una scuola secondaria di II grado di Prato (FI) che, grazie al ricorso presentato dall’Avv. Massimiliano Fabio, ha dimostrato la violazione della contrattazione sulla mobilità per la mancata destinazione ai trasferimenti di alcune cattedre disponibili nell’organico di diritto, sebbene espressamente richieste dall’insegnante nella domanda presentata.
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Enna ha accolto integralmente il ricorso ed ha riconosciuto il diritto della docente ad ottenere il trasferimento definitivo in una delle sedi disponibili da lei espressamente richieste nella domanda di mobilità presentata, nel rispetto del punteggio dovuto e per ricongiungimento familiare.
Con i suddetti provvedimenti i due docenti siciliani hanno visto, finalmente, riconosciuti i propri diritti illegittimamente negati dal Ministero e hanno ottenuto il tanto agognato trasferimento nel luogo di residenza dei familiari.