“Come faremo a pagare le scadenze e gli impegni assunti per il futuro, visto che a nostra azienda così come tutte le altre piccole e medie aziende non lavorano dallo scorso 10 marzo?”. Lo ha scritto l’imprenditore santagatese Salvatore Armeli, che è anche consigliere comunale, in un accorato appello indirizzato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Preisdente del consiglio Giuseppe Conte ed ai Ministri dell’economia e dello sviluppo economico.
Nella sua nota Armeli lancia un drammatico allarme che in realtà accomuna la stragrande maggioranza degli imprenditori locali che gioco forza si sono trovati costretti a sospendere le proprie attività a causa dell’emergenza Coronavirus e delle restrizioni imposte per il contenimento del rischio contagio e adesos vedono avvicinarsi lo spauracchio delle scadenze di fine mese, rate,titoli bancari ed altri pagamenti da onorare, attendendo invano misure concrete di supporto da parte delle istituzioni.
“Chiedo una sospensione di tre mesi della possibilità di protestare cambiali ed assegni al fine di evitare protesti in un momento di emergenza – scrive Armeli – che invece dopo la sperata ripresa delle attività non sarebbe possibile per i divieti di legge e con l’esclusione dal mondo bancario. Lasciare che le piccole e medie imprese vadano ko significherebbe spegnere il motore del’economia siciliana e di tutta Italia. Io ci metto la faccia – ha concluso Armeli – voi riflettete e fate ripartire l’economia italiana in modo dignitoso”.
Sullo stesso argomento, va segnalato, con un emendamento all’art. 59 del decreto Cura Italia, i senatori Gabriella Giammanco, Urania Papatheu e Renato Schifani, del gruppo parlamentare di Forza Italia a Palazzo Madama, hanno proposto una misura a favore dei piccoli imprenditori, mediante la proroga del termini di scadenza degli assegni, fissandola al 31 ottobre 2020.