Il commissario unico nazionale per la depurazione ha approvato la perizia di variante per lavori suppletivi per circa 199 mila euro che consentiranno di bonificare l’area del depuratore consortile di Sant’Agata su cui nel corso degli attuali lavori di adeguamento è emersa una vecchia discarica di rifiuti. Lo riferisce stamani la Gazzetta del Sud.
I Lavori di adeguamento dell’impianto furono avviati nel mese di luglio 2020 dalla “Ciro Menotti” ed “Emma Costruzioni” , ma vennero sospesi nel mese di ottobre a causa del riaffiorare di rifiuti solidi urbani da un ex discarica, dismessa che era in funzione fino agli anni ’80 , sul terreno di proprietà comunale nell’area di Pianetta. Erano in corso degli interventi di riqualificazione dell’intera area, per cominciare la costruzione, su una porzione di 2 mila mq di quel terreno, di quattro nuove vasche di decantazione. L’ing. Russo, direttore dei lavori col geom Lugi Rundo Sotera dell’ufficio tecnico del comune, effettuarono un sopralluogo per cui il rup ing. Giuseppe Iannazzo autorizzò l’ing. Russo a redigere la perizia di variante per cui il commissario straordinario unico ha assegnato, per l’esecuzione dei lavori supplementari, la somma di 198 mila euro, interventi che saranno eseguiti dalla medesima impresa aggiudicataria dell’appalto. Nello scorso mese di novembre c’era stato il sopralluogo (nella foto), con il sindaco Bruno Mancuso, di una rappresentanza del Movimento Cinque Stelle composta dalla senatrice Barbara Floridia, componente della 13ª commissione permanente territorio, ambiente, beni ambientali del Senato e dalla deputata nazionale, l’orlandina Antonella Papiro accompagnate dall’ingegnere Riccardo Costanza, subcommissario nazionale della struttura commissariale unica per la depurazione. La perizia di variante sinteticamente prevede di effettuare lavori per le rimozioni delle inclusioni di rifiuti rinvenuti nei terreni di sedime delle opere in progetto, attraverso un intervento di recupero delle terre e rocce di scavo n che si svilupperà in più fasi- successive. La prima fase sarà lo sbancamento e il trasporto dei volumi di scavo in un’area appositamente allestita per l’attività di vagliatura che sarà eseguita attraverso un impianto mobile di recupero che separerà le terre e le rocce da scavo dei rifiuti e quindi la loro separazione manuale. Al termine dell’intervento si procederà allo smaltimento dei rifiuti vagliati presso la discarica autorizzata.