Una poltrona per tre! Eccolo il titolo perfetto per la telenovela che vede protagonisti alcune figure di rilievo della gioiosa coalizione elettorale che ha supportato l’elezione a sindaco della città di Carmelo Sottile. La notizia fresca fresca, come da notifica giunta proprio ieri al Comune di Sant’Agata Militello, è quella del ricorso proposto da Enrico Natale, primo dei non eletti nella lista “Sant’Agata Domani”, in appoggio a Sottile, contro la surroga del consigliere Marco Donato Lemma, decaduto poiché incandidabile, con Rita Fachile. Come avevamo già ipotizzato il mese scorso, nei giorni della surroga di Donato con Fachile, Enrico Natale ha scritto al Tar di Catania ponendo dubbi sull’attribuzione del voti, ottenuti da Donato, alla lista del Partito Democratico, che ottenne quattro seggi in consiglio comunale. Sei i voti ottenuti da Donato sono nulli, poiché il Prefetto ha rilevato la condizione d’incandidabilità, le preferenze ottenute singolarmente dallo stesso ex consigliere potrebbero dunque essere sottratte dal computo totale dei voti di lista del Pd, cui rimarrebbero attribuibili, eventualmente, solo le schede con il voto a Donato ma con la doppia preferenza di genere. In tal caso, secondo Natale, rappresentato al Tar dall’avvocato messinese Antonio Catalioto, il riconteggio dei voti di lista potrebbe favorire il proprio schieramento, “Sant’Agata Domani”, che reclamerebbe dunque un secondo seggio. Una situazione certo scomoda all’’interno del gruppo Sottile, non fosse altro perché la lista “Sant’Agata Domani” è quella di riferimento dell’assessore Nino Testa, appena nominato vice sindaco dopo 10 mesi di attesa e bagarre, proprio con lo stesso Pd. Tra Fachile e Natale, c’è quindi il terzo pretendente, o meglio, l’originario titolare di quella poltrona in consiglio, Marco Donato Lemma, che sin dal giorno della sua decadenza ha sempre ribadito la propria opposizione al provvedimento prefettizio. Donato ha infatti proposto le proprie memorie difensive, ricordando come l’applicazione della misura di prevenzione personale, nel 1995 nell’ambito dell’inchiesta Mare Nostrum, causa dell’incandidabilità, scaturisse da un procedimento per i cui capi d’imputazione lo stesso Donato fu completamente prosciolto.