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Dieci anni fa ci lasciava Vincenzo Consolo. Ricordo dello scrittore santagatese, tra i grandi della nostra epoca

Il 21 gennaio del 2012 ci lasciava Vincenzo Consolo, uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, che grazie alla sua opera ha esportato e dato lustro nel mondo intero al nome di Sant’Agata Militello dove era nato il 18 febbraio del 1933. Scrittore, giornalista, saggista, nelle sue opere ha raccontato la sua Sicilia, tracciandone come pochi storia e cultura, vizi e virtù, bellezze e malesseri.

Nel decennale della sua scomparsa numerose sono le iniziative in ambito culturale e letterario organizzate in tutta Italia per ricordarlo. Su tutte il cartellone del “Mese Consolo”, cui il comune di Sant’Agata Militello partecipa proprio questa sera con lo spettacolo teatrale “Lunaria”, a cura della Compagnia Lunaria Teatro di Genova” che sarà rappresentato al cine teatro Aurora a partire dalle 21 (ingresso libero con green pass rafforzato e obbligo di mascherina FFP2). “Abbiamo aderito con immensa gioia all’iniziativa Mese Consolo, realizzata per ricordare il grande scrittore a cui la nostra cittadina ha dato i natali” – dichiara l’assessore alla cultura, Antonio Scurria. 

Nel ricordo di Vincenzo Consolo, grazie alla collaborazione del liceo Sciascia Fermi di Sant’Agata Militello ed al prezioso aiuto delle docenti Dora Damiano e Giuseppina Leone, pubblichiamo quindi un articolo scritto da due studentesse delle VB del liceo scientifico, nell’ambito di un lavoro proposto dalla scuola che storicamente dedica particolare attenzione allo studio ed all’approfondimento della figura e delle opere del grande scrittore santagatese.

 

“Io non so che voglia sia questa, ogni volta che torno in Sicilia, di volerla girare e girare, di percorrere ogni lato, ogni capo della costa, inoltrarmi all’interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vecchie persone, conoscerne nuove. Una voglia, una smania che non mi lascia star fermo in un posto. Non so. Ma sospetto sia questo una sorta di addio, un volerla vedere e toccare prima che uno dei due sparisca”

Ed esattamente 10 anni fa, in una gelida giornata di gennaio, Vincenzo Consolo, uno dei più grandi scrittori della letteratura europea, tornava per sempre nella sua Sant’Agata, bagnata da “un mare profondo che a ogni spirare di vento, maestrale, tramontana o scirocco, ingrossava, violento muggiva, coi cavalloni sferzava e invadeva la spiaggia.

Il suo viaggio è iniziato sin dal momento della partenza dal suo luogo di nascita, quando si fece trasportare dal vento dell’ignoto, convinto che per conoscere fosse necessario andare alla “grand’aria” e poter vedere da lontano, con altri occhi, la Sicilia, per imparare a capirla meglio.

Per Consolo, come per la quasi totalità degli isolani, tornare in Sicilia rappresentava la ricerca del senso profondo della vita e non a caso la metafora che supporta e caratterizza quasi tutti i suoi romanzi è quella del viaggio, un viaggio esistenziale, un andare e venire compulsivo tra il “continente” e  la Sicilia con l’illusione incessante di trovarla diversa, nuova.

La smania di percorrerne tutti gli angoli, in un girare continuo, necessario rituale di vita, lo conduce alla scoperta dei suoi tesori culturali e dei suoi personaggi, ai quali presta la voce, fermamente convinto che un giorno i più poveri, i non istruiti e i meno fortunati avrebbero avuto la possibilità di riscattarsi e raccontare la loro storia.

Nella scrittura adotta un codice comunicativo espressivo nuovo,
attinge a quel giacimento linguistico che è il dialetto siciliano in cui sono presenti residui della lingua greca, araba, francese, spagnola e delle altre civiltà transitate nell’ isola,  e frantuma il codice linguistico nazionale, creando  una  prosa ritmica, lirica, vicina alla poesia.

Quasi tutta la sua opera rivela una Sicilia amara, una Sicilia vera, in cui l’impronta della mafia, emersa per la prima volta con “Il giorno della civetta” di Sciascia, si palesa con evidenza. Diffondere la cultura è l’unico modo per combattere la criminalità organizzata, e in ciò il nostro autore rappresenta una voce fondamentale nella battaglia iniziata già dal suo mentore e amico.

Chiara Toscano e Monia Calà (classe VB scientifico)

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