L’approvazione di una manovra finanziaria “ter” , per l’appunto la terza nel giro di un anno, dopo i precedenti due disastri, restituisce la fotografia di una Regione siciliana sepolta tra le macerie di un’assemblea frantumata e di un governo Crocetta sempre più senza numeri. Una finanziaria che è servita solo per garantire la copertura agli stupendi approvata all’alba dopo una seduta fiume condita da passi indietro, incredibili errori e strafalcioni nei documenti proposti in aula e ripetute cadute del governo battuto ripetutamente dal trasversale voto contrario dell’aula. Lo stesso commissario dello Stato Carmelo Aronica,quello che ha bocciato la prima finanziaria e che ieri ha accolto Crocetta, giunto in soccorso per chiedere una mano a correggere gli strafalcioni , ha rispedito al mittente il rendiconto dell’esercizio finanziario 2013. Alla fine la manovra approvata, come detto, ha garantito gli stipendi, il contributo per le pensioni, nulla più, lasciando ai siciliani un desolante quadro di un apparato politico regionale incapace di indicare una linea che sia una, mentre fuori dalle finestre di palazzo dei Normanni e palazzo d’Orleans c’è una terra che annaspa, una popolazione stretta sempre più nella morsa. Il segretario regionale della Cisl nei giorni scorsi ha usato espressioni forti per definire l’avventura di Crocetta ormai giunta “alla fine del percorso”. Le macerie su cui è sorta la finanziaria “ter” non fanno altro che confermare tale sensazione, quella di un governo, e dietro di esso un’intera regione, giunti al capolinea.