La Fondazione “Giglio” da settembre porterà le sue equipe chirurgiche anche all’ospedale di Sant’Agata Militello.
Si partirà subito con ortopedia ed urologia, poi a stretto giro anche chirurgia generale, oculistica e ginecologia, sulla scorta di una convenzione che ha già ottenuto riscontri significativi all’ospedale “Santissimo Salvatore” di Mistretta, dove è operativa ormai dal 2021 e di recente rinnovata ed estesa, ai fini del rilancio di un ospedale altrimenti in stato comatoso al pari di ciò che pian piano è purtroppo divenuto anche quello di Sant’Agata.
“L’Asp non riesce a trovare professionisti disponibili a lavorare, ed in questo momento non possiamo gestire nemmeno l’urgenza, come in ortopedia”, ha detto il direttore sanitario dell’azienda sanitaria Domenico Sindoni, ammettendo ciò che da tempo è ormai sotto gli occhi di tutti, ossia un’impossibilità ed incapacità di garantire i livelli minimi essenziali di assistenza alla popolazione del vasto distretto sanitario dei Nebrodi con un ospedale di fondamentale importanza in cui i reparti sono stati dimezzati se non del tutto chiusi proprio per la carenza di personale medico, l’attività ridotta nella maggior parte dei casi a mero servizio ambulatoriale ed il presidio divenuto poco più che un centro smistamento di pazienti verso altre sedi.
La soluzione “Giglio” appare dunque quella che nell’immediato può garantire la sopravvivenza delle funzioni sanitarie offerte dall’ospedale, in regime di convenzione con il servizio sanitario come è stato ribadito, dunque, senza che per l’utenza cambino le modalità di accesso alle prestazioni, prenotabili attraverso il CUP.
“Inizieremo dopo ferragosto con l’attività ambulatoriale poi da settembre partiremo con 4 sale di ortopedia da 12 ore settimanali ciascuna, una di chirurgia della colonna ogni 15 giorni e due sale di urologia da 12 ore”, ha detto Giovanni Albano presidente della Fondazione Giglio, specificando la possibilità di supportare anche il reparto di cardiologia e la gestione delle emergenze di pronto soccorso.
Nell’incontro svoltosi in aula consiliare al comune di Sant’Agata, il sindaco Bruno Mancuso ha quindi specificato di aver “più volte sollecitato gli organi competenti, l’Assessorato regionale alla sanità, la direzione dell’Asp, a trovare soluzioni per garantire la continuità funzionale di reparti essenziali dell’ospedale di Sant’Agata ed evitare all’utenza ulteriori disagi.
Di fronte all’oggettiva impossibilità di tenere in vita servizi primari con i propri mezzi, vista la cronica carenza di personale medico – aggiunge Mancuso – l’accordo con la Fondazione Giglio sembra essere l’unico rimedio per garantire i bisogni di salute dei cittadini ed evitare la soppressione di ulteriori reparti. Grazie alla convenzione saranno infatti potenziati servizi fermi per la carenza di personale cui l’Asp non riesce ad ovviare ed altri reparti fondamentali a rischio chiusura, come ortopedia, chirurgia, ginecologia ma anche il supporto che verrà fornito al reparto di cardiologia. In più saranno inseriti servizi che fin qui non venivano erogati, penso ad urologia ed oculistica, a vantaggio dei cittadini dei Nebrodi costretti a migrazioni giornaliere per soddisfare le proprie esigenze di salute. Gli slogan sono facili da creare, ma la verità è che non c’è nessuna privatizzazione né svendita dell’ospedale – conclude -. La Fondazione Giglio è un ente a partecipazione pubblica sottoposta a controllo pubblico, con la Regione che è socio principale, e per i cittadini non cambierà nulla nell’accesso ai servizi, erogati in regime di convenzione col servizio sanitario nazionale, con prenotazione delle visite ambulatoriali attraverso il CUP dell’ASP”.
Anche la deputata regionale e sindaco di Capri Leone Bernardette Grasso saluta la convenzione con favore: “Purtroppo, nonostante l’ospedale di Sant’Agata abbia al suo interno dei professionisti preparati e competenti, sono numericamente insufficienti, nonostante i diversi concorsi banditi dall’Asp di Messina e sempre andati a vuoto. Grazie alla convenzione, il territorio avrà ciò che merita: una simbiosi che nulla sottrae alla comunità. Piuttosto ne garantisce nuova linfa, necessaria per una struttura sanitaria in forte sofferenza. Per evitare ulteriori disagi ai cittadini, ho contribuito e sostenuto il dialogo con l’Assessorato regionale alla Salute. Oggi raccogliamo i risultati”.
Ma come già accaduto di recente, quando l’ipotesi della convenzione era stata soltanto ventilata, sebbene nel frattempo come detto sia stata resa operativa anche altrove ed accolta con enfasi dalla stessa rappresentanza politica locale e non solo, sull’ospedale di Sant’Agata Militello tornano di nuovo a concentrarsi le proteste da parte delle sigle sindacali.
“Non è questa la via per dare risposte ai cittadini e contestiamo profondamente quest’impostazione e la nefasta filosofia che la sottende”, scrivono Pietro Patti e Ivan Tripodi, segretari generali di Cgil e Uil Messina. “Ribadiamo che la via maestra è quella di un serio rilancio della sanità pubblica e dell’ospedale di Sant’Agata attraverso ingenti investimenti economico-finanziari coniugati all’indizione di concorsi per evitare l’odierno stillicidio costruito ad arte per portare il presidio al collasso. Noi non ci arrendiamo e assumeremo ogni iniziativa per bloccare questo cinico disegno che risponde a logiche lontanissime dalle reali esigenze di salute dei cittadini”.
Anche il gruppo di minoranza di Sant’Agata Militello si scaglia contro la convenzione. Dopo un primo comunicato in cui si attaccava il sindaco, parlando di “risultato di un piano ben orchestrato che parte da lontano e che ha come principale protagonista il sindaco Mancuso, ma accanto a lui tanti complici conniventi”, accusando che “scientemente in questi anni si è pezzo dopo pezzo smantellato l’ospedale, in passato fiore all’occhiello della sanitò pubblica siciliana, il capogruppo Paolo Starvaggi con i consiglieri Alascia, Ortoleva, Caruso e Puleo hanno chiesto la convocazione di un consiglio straordinario aperto. “La convenzione appare assolutamente insufficiente ad integrare la carenza del presidio ospedaliero – scrivono i consiglieri -. Non è, infatti, in grado di comportare un sostanziale miglioramento del servizio sanitario locale, anche in considerazione della sua genericità e tra l’altro non pone termini e oneri specifici in capo al Giglio, non dà tutela all’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina e meno che mai ai Cittadini”.
Sul fronte dei sindaci si registra l’aperto dissenso del primo cittadino di mirto Maurizio Zingales. “Si preferisce avviare un percorso che rischia di cancellare totalmente la sanità pubblica in favore di quella privata – scrive Zingales – senza tenere conto delle ultime mobilitazioni sindacali e di numerosissimi sindaci e cittadini, pronti a respingere con forza e determinazione i disegni di potenziale privatizzazione dell’ospedale”.