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Adeguamento degli ascensori in ospedale, ricoveri sospesi in cardiologia. Medicina da trasferire

Ricoveri sospesi in Cardiologia, che già sta espletando solo attività ambulatoriale e consulenze di pronto soccorso, mentre medicina si trasferirà a breve nell’attuale reparto di chirurgia, ex ortopedia. Sono queste le misure temporanee adottate al fine di consentire l’esecuzione dei lavori di adeguamento antincendio degli ascensori interni ai due reparti allocati nel copro B dell’ospedale di Sant’Agata Militello.

Disagi che dovrebbero protrarsi per circa un mese, il tempo previsto per i lavori di manutenzione straordinaria (salvo imprevisti) che risultano inconciliabili con la permanenza in reparto dei pazienti e lo svolgimento delle normali attività sanitarie. La notizia, diffusa stamani dalla Gazzetta del Sud, ha suscitato preoccupazione nell’utenza, soprattutto per l’importanza del reparto di cardiologia, già alle prese con una costante carenza di personale medico e sanitario.

Nella giornata di oggi quindi sulla vicenda è intervenuta la Cgil di Messina, con un comunicato che riportiamo di seguito integralmente:

Interrotto senza convincenti spiegazioni un servizio essenziale per la comunità con la motivazione della ristrutturazione del reparto che, corre l’obbligo rilevare, è posizionato nel corpo edilizio ospedaliero di più recente costruzione rispetto alle altre strutture dello stesso nosocomio, lo dicono la Cgil Messina e le categorie Fp e Spi sulla chiusura del reparto di “Cardiologia e di terapia sub-intensiva”  dell’ospedale di Sant’Agata di Militello.

Cgil, Fp e Spi ribadiscono come la situazione della sanità pubblica locale è sempre più compromessa e molto deficitaria e come la mancata informativa preventiva e il mancato confronto con le Organizzazioni sindacali ha generato una situazione di caos diffuso.

Per il sindacato, la carenza di medici, le ferie estive (in molti casi anche coercitive) alle porte e l’inaspettata ristrutturazione fanno presagire la chiusura definitiva di un reparto vitale per la garanzia del diritto alla salute del comprensorio nebroideo. Non si è tenuto conto – osservano la Cgil e le categorie –  o si è escluso a priori, che essendo presenti ampi spazi e reparti già precedentemente chiusi, i posti letto di “Cardiologia e terapia sub-intensiva” potevano essere logisticamente trasferiti temporaneamente evitando  la chiusura di un servizio fondamentale. Il risultato è “caotico”, denunciano Cgil, Fp e Spi: medici declassati professionalmente e utilizzati soltanto per attività ambulatoriale e di consulenza, il personale addetto spostato in altri reparti con altre mansioni e competenze dopo anni di esperienza in terapia  intensiva cardiologica.

A parere della Cgil, della Funzione Pubblica , del Sindacato pensionati di Messina e della Lega Spi di Capo d’Orlando la chiusura di specifici servizi sanitari conferma la volontà di proseguire con la drastica riduzione delle attività dell’ospedale che sta conducendo a una chiusura dell’intero centro sanitario o ad un suo ulteriore ridimensionamento con la conseguente azione di privatizzazione dell’ospedale.

I rappresentanti del sindacato chiedono con forza che l’Azienda si esprima chiaramente e spieghi in maniera inequivocabile, motivazioni e tempistiche rispetto alle decisioni assunte. Allo stesso tempo lanciano un appello ai vertici dell’Asp di Messina, agli Amministratori Comunali, agli esponenti politici locali e regionali per un impegno a garantire un diritto sancito dalla Costituzione. I reparti vanno potenziati e non chiusi, è l’appello che la Cgil rinnova.

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