Locali ristrutturati, tre sale a disposizione, suddivise per codice d’urgenza, rifatti i servizi igienici e realizzati ex novo gli impianti elettrico, antincendio, trasmissione dati, gas medicali e climatizzazione. Sostituiti pavimenti, contro soffitti e porte, ricavati locali anticamera per le barelle ed i depositi sporco e pulito. Un restyling importante e prezioso per l’attività del pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Agata, da ieri operativo nei nuovi locali.
L’inaugurazione ieri mattina, presenti il direttore generale dell’Asp di Messina Giuseppe Cuccì, la direttrice sanitaria Rosalia Murè, il direttore sanitario dell’ospedale Nino Giallanza, i dirigenti medici del presidio, il sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso e la deputata regionale Bernardette Grasso.
«Da parecchi mesi lavoravamo per l’apertura del nuovo pronto soccorso che rappresenta un segnale di ripartenza di questa realtà importante sanitaria che deve essere necessariamente rilanciata – ha detto il direttore generale Cuccì – seppur con le notevoli difficoltà che noi riscontriamo».
Un’attesa lunga tre anni, dall’avvio dei lavori nell’estate 2021, realizzati in due lotti. Il primo era stato consegnato nel febbraio 2022 per la zona del triage, con la differenziazione dei percorsi per malattie infettive e l’ampliamento della camera calda esterna. La nuova struttura garantirà dunque maggiore funzionalità ed efficenza al pronto soccorso, presidio insostituibile per l’emergenza urgenza del comprensorio dei Nebrodi, liberando allo stesso tempo gli spazi occupati negli ultimi tre anni al piano terra del corpo A, che torneranno disponibili per le necessità degli altri reparti.
Un’ottima notizia dunque che tuttavia non può nascondere le nubi che rimangono minacciose sul destino dell’ospedale di Sant’Agata Militello. Le problematiche relative alla carenza di personale medico attanagliano e mettono in crisi un po’ tutti i reparti, dallo stesso pronto soccorso (9 i medici in servizio su una punta organica di 14) agli anestesisti (3 specialisti su 9), la chirurgia, la pediatria, la cardiologia, già nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane per la sospensione temporanea dovuta a lavori di adeguamento strutturali ma che, con appena due medici disponibili, potrebbe portarsi chissà fin a quando. Nubi che si fanno ancor più minacciose se si ripensa ai destini cui sono andati incontro nel recente passato altri reparti (punto nascita e ortopedia su tutti), azzoppati per la carenza di medici e poi tagliati e ridotti, nel migliore dei casi, ad attività ambulatoriali. Argomento che si è quindi riproposto in merito alla mancata attivazione della stroke unit, che Sant’Agata ed il comprensorio dei Nebrodi aspettano da quasi un decennio dopo la previsione nella rete ospedaliera rimasta su carta, mentre a breve la stroke sarà intanto aperta a Milazzo.
«Posso assicurare che il nostro impegno è aumentato in questi mesi proprio per cercare di salvaguardare il diritto alla salute delle aree più periferiche dell’azienda – ha detto ancora il direttore Cuccì – attraverso reclutamento di personale, molto difficile ma che incessantemente continueremo a fare, ed anche attraverso attività di esternalizzazione di alcuni servizi che a breve compiremo con il completamento dell’iter dell’avviso pubblico per l’affidamento di alcune attività sanitarie importanti. Sulla stroke unit – aggiunge Cuccì – l’apertura a Milazzo nulla toglie a Sant’Agata. Abbiamo avuto interlocuzioni con l’assessorato alla salute ed il dirigente della pianificazione ha dato ampia disponibilità ad accogliere le richieste che formalizzeremo lunedì, di implementare la dotazione organica agli standard funzionali e l’acquisto di attrezzature diagnostiche di livello. Mi auguro che entro un anno e mezzo si possa parlare di aprire la stroke unit a Sant’Agata, attraverso però un’implementazione di cardiologia edanestesia ed una diagnostica all’altezza».
«Siamo contenti per il nuovo pronto soccorso che garantisce importanti spazi per l’emergenza – ha detto alla Gazzetta del Sud il sindaco Bruno Mancuso –. Non possiamo però nascondere preoccupazione per il destino di altri reparti, a cominciare dalla cardiologia che è fondamentale per l’utenza di tutto il territorio, per cui chiediamo al direttore generale di trovare tutte le soluzioni necessarie a garantire la continuità del reparto».
Le nubi sul futuro dell’ospedale di Sant’Agata Militello restano dunque tante. L’attesa esternalizzazione di alcuni servizi (ortopedia e traumatologia, con emergenza/urgenza h24, ambulatorio di ostetricia e ginecologia, integrazione degli anestesisti edelettrofisiologia in cardiologia) per cui l’offerta del “Giglio” di Cefalù risulta in fase di valutazione, porterà certamente un valore aggiunto di prestazioni sanitarie al territorio che diversamente non possono essere assicurate, con un auspicato consistente abbattimento delle liste d’attesa. Un servizio importante che però non pare possa rappresentare la soluzione definitiva ai problemi dell’ospedale e con esso alla tutela del diritto alla salute della popolazione del bacino dei Nebrodi, che non può prescindere da presidi salvavita indispensabili per cui servono scelte politiche ed indirizzi programmatici finalmente inequivoci e perentori, capaci di assicurare la dotazione organica e strumentale necessaria per ad un presidio ospedaliero di base quale quello di Sant’Agata Militello a servizio di un bacino d’utenza di oltre 80 mila persone.