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Ampliamento del Parco, ma Floresta va via

parcosedeIl Comune di Floresta è pronto ad andare via dal Parco dei Nebrodi se andrà in porto il progetto di ampliamento con l’annessione degli altri venti comuni. A firmare la durissima presa di posizione il sindaco di Floresta, Sebastiano Marzullo, capace di scrivere nero su bianco ciò che in parecchi, leggendo l’elenco dei comuni che dovrebbero entrare a far parte del Parco, hanno pensato: “Un ampliamento per mero scopo politico che penalizzerà  i centri che, a pieno titolo, ne fanno parte”. Il primo cittadino di Floresta evidenzia lo stato di stallo che caratterizza l’attività del Parco incapace di avviare iniziative che concretamente possano risultare efficacemente utili a creare condizioni di sviluppo per il territorio dei Comuni che ne fanno parte. “Al di là del ricorrenti dichiarazioni di intenti e propositi più o meno condivisibili- afferma Marzullo- nulla risulta effettivamente realizzato con la conseguenza che potenzialità e prospettive di sviluppo tante enfatizzate non  hanno – ad oggi – prodotto alcun positivo effetto per l’economia”. Per questo il sindaco di Floresta evidenzia che l’ente Parco dei Nebrodi ha  solo contribuito ad ingessare lo sviluppo risultando addirittura di ostacolo alla naturale vocazione agricola e zootecnica dei territori che storicamente hanno consentito agenerazioni di trovare opportunità di lavoro. “Infatti- spiega il sindaco di Floresta- contrariamente a quanto avviene, nei parchi del continente, alcuni dei quali istituiti ancor prima dell’assetto repubblicano dello Stato, che continuano il volano economico di intere regioni creando occupazione e sviluppo, a livello locale tale condizione resta purtroppo sconosciuta.I Comuni che lottano quotidianamente nell’intento di ricercare ogni possibile opportunità per le rispettive comunità amministrate, confrontandosi con la perniciosa, persistente e oltremodo difficile situazione economica, certamente non possono plaudire per l’assoluta assenza di un’ente che, oltre ad erogare stipendi, lascia del relativo operato, inconsistente impronta”. 

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