Cosa condiziona l’appalto per il completamento del Porto di Sant’Agata Militello ? L’interrogativo non può che sorgere spontaneo visto il riaccendersi di scintille a Palazzo Faraci che parevano sopite solo appena poche settimane fa quando, con un comunicato congiunto, l’amministrazione comunale ed il Rup Basilio Ridolfo annunciavano l’apertura al tavolo tecnico con l’impresa Cogip , cui notificare l’elenco delle criticità nel progetto esecutivo, ricostruite in maniera certosina dallo stesso Rup. La linea tracciata da Ridolfo, corroborata da inconfutabili valutazioni di carattere tecnico e procedurale già espresse nella relazione di Ottobre alla Regione, portava in effetti verso il confronto con l’impresa e, eventuale a seguito di riscontro negativo, all’avvio delle procedure per la rescissione in danno per inadempienza. Un approccio che da tempo però turba i sonni degli amministratori santagatesi. Divergenze che già nel recente passato, non è mistero, avevano portato l’ingegnere incaricato a mettere in discussione la prosecuzione del rapporto col Comune di Sant’Agata alla scadenza di Dicembre della convenzione d’incarico. Quelle turbolenze sono quindi tornate adesso a manifestarsi, in maniera a quanto pare più aspra che mai, nel corso di un ennesimo confronto al Comune alla presenza degli amministratori, assessori, consiglieri e massimi funzionari, nel quale Ridolfo si sarebbe visto “alle corde”. Rescissione pare , infatti, sia la parola d’ordine che sempre più insistentemente è tornata a circolare nei corridoi del municipio.
Perché dunque questa necessità di intentare a tutti i costi la strada della rescissione con l’impresa di Tremestieri , andando contro persino allo stesso Rup, individuato lo scorso Autunno ed incaricato da questa stessa amministrazione di sbrogliare la matassa? Quale necessità sott’intende alla volontà di spingere a surrogare la strategia, tecnica e procedurale, individuata, bypassare quello che per il Rup è un passaggio fondamentale, la contestazione ufficiale alla ditta delle criticità emerse nel progetto, e giungere direttamente al contenzioso? Difficile, o forse sin troppo semplice, dipende dalle angolature, dare risposta. Oggi intanto sulla scena politica irrompe un comunicato a mostrare che comunque qualcosa di forte sia realmente accaduto. Lo firmano il consigliere del Pd Marchese ed il collega di minoranza Maniaci che non a caso tirano in ballo amministrazione e funzionari chiedendo una “chiara ed incondizionata assunzione di responsabilità dell’Amministrazione e di tutti i soggetti a vario titolo impegnati nel procedimento, incluse le figure di supporto e consulenza” . I due consiglieri non girano al largo, si dichiarano preoccupati “di fronte all’empasse che pare essersi determinata negli ultimi mesi”, proprio quando, al contrario, per tutti la strada tracciata da Ridolfo sembrava quantomeno aver smosso le acque, e tornano a suonare la campana delle presunte “indicazioni ricevute dall’Assessorato Infrastrutture della Regione Siciliana sull’opportunità di avviare il procedimento di risoluzione” e tirano in ballo il pool di esperti legali che avrebbe “valutato la correttezza ed opportunità della scelta di operare tale avvio del procedimento”. In attesa di capire come il Rup Basilio Ridolfo avrà preso ed interpretato tale sollecito, anche alla luce degli ultimi incontri ravvicinati al comune sulla questione, l’unico aggiornamento ufficiale è che la conferenza dei capigruppo consiliari sulla vicenda è stata aggiornata al prossimo 3 Febbraio. Per quella data sapremo se ci sarà stata, nel frattempo, la resa dei conti tra Ridolfo e l’amministrazione sulla linea da seguire o se le acque torneranno serene e consentiranno la ripresa della navigazione sulla rotta tracciata.