Da giorni ormai il problema non è più l’intercettazione rivelata dall’Espresso. Il problema a questo punto è molto più grosso, molto più grave ed imbarazzante per la Sicilia intera di fronte all’Italia. Il problema è lui, Rosario Crocetta. Il “bluff” come in molti lo chiamano è caduto. Quello che le intercettazioni hanno rivelato, non quella clamorosa de “L’Espresso” ma tutte le altre, verificate, verificabili ed agli atti, quelle del tipo “Cu Lucia ma vidu io” tanto per intenderci, è uno scenario di rapporti, contiguità, frequentazioni che imbarazzano e che rendono Crocetta ancor più “impresentabile” di quanto non lo sia mai stato, ancor più impresentabile di quanto non riveli la stessa gestione amministrativa della Sicilia che in tre anni, quasi, ha fatto acqua da tutte le parti . Le parole di Manfredi Borsellino, il figlio del magistrato ucciso in via D’Amelio, l’abbraccio del Presidente Mattarella, l’invito della “Famiglia Borsellino” a non presentarsi alle celebrazioni, l’assenza del governo regionale alle commemorazioni, sono il timbro incontestabile ed inconfutabile di un viaggio disastroso giunto al capolinea. Le forze politiche, più o meno tutte, lo hanno scaricato. A Roma, dopo i ripetuti “commissariamenti” nel tempo sulle tematiche importanti, su tutte quella economica, non ne possono davvero più. Fonti vicine al premier Renzi ed al direttorio del Pd raccontano quotidianamente di un’insopportabilità di Crocetta che ha raggiunto picchi himalayani. Lui, dal canto suo, che fa ? Aveva detto che sarebbe voluto rimanere in silenzio a riflettere… in realtà in silenzio non c’è mai stato un secondo. Tra un pianto ed uno sfogo, tra rilanci ed accuse, rivendicazioni di credibilità e rimpalli di responsabilità, Lui, Rosario Crocetta dal suo quartier generale di Tusa, recita la parte che più gli si addice. Si dichiara vittima del complotto, del sistema mafioso, di “poteri forti” (sic!), dell’omofobia, del razzismo, vittima di tutto e di tutti, parla di golpe e pensa a commissioni d’inchiesta sui servizi deviati. Incredibile. Lui, Rosario Crocetta da Gela, non si schioda, costi quel che costi, resta incatenato alla sua poltrona privando la Sicilia di un ultimo barlume di dignità politica.