Che scontro ci sarebbe stato era ampiamente preventivato. Il “nervo scoperto” dell’amministrazione comunale, quei propositi rivoluzionari lanciati con le dichiarazioni sui giornali circa l’ormai imminente avvio del processo di stravolgimento della pianta organica con riorganizzazione di aree e servizi e, soprattutto, rideterminazione degli incarichi ai dirigenti, era già stato toccato con la contromossa della maggioranza che aveva presentato la proposta di deliberazione per modificare i criteri di attribuzione degli incarichi dirigenziali, privilegiando curriculum ed esperienza dei funzionari (vedi servizi e proposta in archivio) anziché un mero incarico di fiducia. Lo scontro in aula è quindi avvenuto puntualmente. Alla proposta della maggioranza, forte dei suoi undici compatti consiglieri, la minoranza ha fatto scudo mettendo in campo la sua strategia, contestando un po’ tutto. Dapprima ad essere irregolare era la convocazione della seduta stessa del consiglio, circostanza poi chiarita sia dal presidente del consiglio che dal segretario comunale stesso, quindi il mirino della minoranza è passato ad inquadrare i contenuti della delibera e, dulcis in fundo, il funzionario responsabile del settore personale che vi ha apposto parere favorevole. Per argomentare la propria contrarietà, i consiglieri a sostegno del sindaco, in testa Maniaci (andato via al termine della sua requisitoria) e Marchese, oltreché Donato, intervenuto anch’egli, hanno rivendicato l’autonomia del sindaco sulle nomine, ritenendo la proposta come una limitazione delle prerogative del primo cittadino a scegliere i dirigenti. Successivamente, come detto, l’obiettivo si è spostato su presunte discordanze del parere apposto dal funzionario, dottoressa Angela Cappello, la quale, su chiamata dell’amministrazione, è giunta in aula argomentando, carte alla mano e con disquisizioni procedurali e normative inappuntabili, le ragioni del proprio parere positivo alla proposta. Peccato che le sue argomentazioni siano rimaste inascoltate da alcuni dei suoi grandi accusatori che, intanto, avevano preferito lasciare l’aula. Per la maggioranza sono intervenuti i consiglieri Andrea Barone ed Achille Befumo che sul punto hanno portato all’attenzione del civico consesso numerose sentenze del giudice amministrativo relative all’obbligatorietà di una preventiva selezione dei dirigenti basata su criteri oggettivi fissati dal contratto di lavoro. Al culmine della seduta fiume, e non senza il rilevo dei consiglieri Elisa Gumina e Domenico Barbuzza circa la nuova assenza in aula del sindaco, la delibera è stata approvata con undici voti a favore (tutta la maggioranza consiliare) e solo due contrari Sberna e Armeli. La “palla” passa ora alla giunta che dovrebbe avviare il confronto con le forze sindacali ed adeguare, in conseguenza dei nuovi criteri adottati, il regolamento degli uffici e dei servizi. La partita, ovviamente, non è così scontata poiché, dalle posizioni emerse nel corso della seduta, è apparso chiaro che l’amministrazione comunale sia orientata a perseguire la propria strada. A riguardo, si registra un comunicato del consigliere Andrea Barone: “La delibera sui criteri per la nomina dei dirigenti approvata dal consiglio comunale rappresenta un atto dovuto rispetto alla normativa di riforma della P.A. che tende a rendere effettiva la separazione di competenze tra atti di indirizzo politico, spettanti alla giunta, ed atti di gestione, propri dell’apparato burocratico dell’ente. Lo spirito della proposta non è certamente quello di sottrarre competenze al sindaco ma di porre in essere procedure trasparenti ispirate ai principi della meritocrazia ed ancorate delle capacità professionali dei dirigenti secondo i criteri previsti per legge ed a cui deve uniformarsi qualunque organismo chiamato a decidere in merito”. Tra gli altri punti iscritti all’ordine del giorno, approvato il piano di alienazione degli immobili, all’unanimità. In discussione c’erano anche le interrogazioni sulle cattive condizioni di manutenzione del verde pubblico e sulle carenze nella raccolta dei rifiuti cui hanno risposto gli assessori Vicari e Puleo. “Evidenzio che a fronte di un’interrogazione legittima, fortemente sollecitata dalla cittadinanza, l’Amministrazione comunale ha risposto in maniera non soddisfacente – dichiara il consigliere Elisa Gumina – . Le iniziative intraprese non hanno risolto i tanti problemi esistenti e hanno semplicemente cercato di tamponare le emergenze che invece devono essere gestite attraverso un vero e proprio piano di azione programmato per tempo. Rispetto alla data dell’interrogazione poco è cambiato ed a dimostrarlo sono le fotografie scattate la mattina del 4 Settembre, depositate al termine dell’intervento. Inoltre – prosegue il consigliere Gumina – rilevo che l’assenza del Sindaco Sottile alle sedute del Consiglio Comunale impedisce il dibattito politico ed il confronto con i consiglieri di maggioranza, che hanno ricevuto il consenso del 54% degli elettori santagatesi”.