Bisognava solo adempiere correttamente a quelle che erano le richieste espresse dal decreto del 7 Marzo 2014 che prevedevano, per il mantenimento della sede del giudice di pace, che fossero i Comuni a farsi carico delle spese e dei locali per il funzionamento dell’ufficio oltreché di reperire il personale, dei propri ruoli, destinato a svolgere mansioni di supporto all’attività giurisdizionale da avviare alla fase formativa. Niente da fare, Anche in questo caso Sant’Agata è risultata assente e così, come una mannaia, il decreto del Ministro della Giustizia del 10 Novembre ha sancito la scomparsa dell’ufficio del giudice di pace santagatese. Anche stavolta avevano provato a minimizzare. “Tutto falso”, scriveva il pimo cittadino, dicendosi “Sorpreso della sicurezza con la quale viene sostenuta la chiusura degli uffici” ribadendo, solita stampa, che “l’informazione è da considerare assolutamente falsa”. Peccato per Sant’Agata che quella informazione falsa non lo fosse per nulla.
Eppure il Comune di Sant’Agata Militello avrebbe avuto tempo e modo di evitare la chiusura dell’ufficio del giudice di pace. Due note, una del giudice di pace coordinatore, dottor Antonio Lamonica, del 30 Settembre 2014 ed un’altra circolare, datata 8 Ottobre 2014, inviata dal Ministero della Giustizia, sollecitavano gli adempimenti necessari per salvare l’ufficio giudiziario. Anche questa volta si sono sprecate giustificazioni di sorta, presunte mancate corrispondenze e rassicurazioni. Il Comune ha intanto proposto ricorso contro la chiusura dell’ufficio del giudice di pace mentre al parlamento italiano il Senatori Mancuso, insieme ad altri parlamentari, ha trasversalmente chiesto la riapertura dei termini per la presentazione dei documenti, da parte dei comuni, che comprovino l’avvenuto assolvimento degli oneri richiesti alle amministrazioni locali per il mantenimento del presidio.