La vicenda Porto è forse quella nella quale emerge la perfetta sintesi delle mille incomprensibili e confuse trame della tela che imprigiona la realtà amministrativa . A inizio anno la Condotte d’Acqua era tornata ad adire le vie legali, con un ricorso al giudice ordinario di Catania sulla legittimità del trasferimento del ramo d’azienda tra Sigenco e Cogip, ricorso respinto a Settembre. Ma è nel cuore dell’estate che l’infinita telenovela raggiunge il suo culmine. Proprio nei giorno in cui la cittadinanza si chiede che fine abbia fatto l’appalto dopo un anno di stallo e silenzio dell’amministrazione, con tanto di petizione promossa dal club nautico, a inizio Luglio spuntano due note della Regione, firmate dall’ing. Sansone, che incredibilmente rimettono tutto in discussione, palesando, in risposta a precisi interpelli del Comune, presupposti presunti per la rescissione del contratto con la Cogip, per inadempienze gravi, e mettendo addirittura in discussione l’iter di gara seguito per l’appalto. Quest’ultima eventualità p stata definitivamente smentita da svariate fonti che hanno confermato la bontà delle procedure seguite, smascherando l’abbaglio.
Le calde temperature estive diventano roventi sullo sfondo di un’aspra contrapposizione che s’innesta tra il Comune e l’impresa Cogip, che porta allo scoperto svariate note con le quali aveva sollecitato nei mesi precedenti l’avvio dei lavori, senza risposta dal Comune, diffidando l’amministrazione ad intraprendere qualunque iniziativa, preannunciando eventuali azioni a tutela dei propri interessi. I sindacati, congiuntamente, chiedono chiarezza all’amministrazione sulla vicenda, una chiarezza che non giungerà mai. Lo stesso ufficio tecnico comunale va in tilt sulla vicenda Porto. Il Rup precedentemente nominato, arch. Gentile, lascia l’incarico poi, a Settembre, pochi giorni prima della convocazione presso gli uffici del dipartimento regionale, al capezzale santagatese viene chiamato l’ingegnere Basilio Ridolfo, in qualità di Rup.
Dopo l’incontro a Palermo, nel quale si stabilisce di seguire una strategia condivisa, Ridolfo riordina la corposa documentazione e spedisce a Palermo una dettagliata relazione nella quale si evidenzia l’insussistenza, allo stato attuale, di impedimenti di natura giudiziaria, alla prosecuzione dell’appalto. Ridolfo solleva però criticità, già manifestate dal precedente Rup, ing. Contiguglia, dovute a differenze tra la progettazione definitiva e quella esecutiva presentata dalla Cogip e suggerisce l’apertura di un tavolo con l’impresa per l’adeguamento dell’elaborato esecutivo con oneri a carico dell’impresa per le modifiche che la stessa ditta di Tremestieri sostiene essere dovute a prescrizioni imposte da enti preposti.
Conclusioni, quelle di Ridolfo, che trovano il riscontro degli stessi uffici del dipartimento regionale per le infrastrutture che, nella risposta notificata al Comune, rimettono all’amministrazione l’autonomia sulle scelte da compiere, ricordando precisi paletti imposti dal codice degli appalti in caso di eventuale avvio di procedure di rescissione per inadempienze. La patata bollente torna dunque nelle mani dell’amministrazione, che sperava in un aiuto da Palermo. A Dicembre il gruppo Sottile è di fronte ad un bivio su cosa si vuole fare del Porto, un bivio su cui potrebbe addirittura giocarsi anche la permanenza dello stesso Rup nel 2015. Senza rete, senza tutori né suggeritori, o ciambelle di salvataggio politico – istituzionali, Sottile e la sua cordata dovranno dunque uscire allo scoperto e prendere una strada chiara per il destino dell’opera pubblica più importante per Sant’Agata ed il suo hinterland.