“Non si condividono le conclusioni a cui è giunto il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Tecnico nella nota prot. 30666 del 3/7/2014 per quanto attiene all’assunto in base al quale l’Ente titolato a celebrare l’appalto integrato di che trattasi doveva essere l’UREGA di Messina e non già il Comune di Sant’Agata di Militello. Sul punto è utile rammentare che all’epoca della celebrazione dell’appalto integrato di che trattasi (Luglio 2010), basato sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, all’UREGA non era stata ancora attribuita la competenza ad espletare pubblici incanti con tale criterio, bensì solo quelli con l’applicazione del criterio del prezzo più basso”.
Almeno su questo abbiamo finalmente una certezza. Ponendo fine alle illazioni ed ai sospetti alimentati in questi anni circa l’operato dell’amministrazione Mancuso, se nel caso ci fosse stato bisogno, anche il Rup Ing. Basilio Ridolfo, nominato dall’amministrazione Sottile, certifica la correttezza della procedura seguita per la gara d’appalto per il completamento del Porto, smascherando, come già in tanti avevano fatto, l’abbaglio preso dall’ex capo dipartimento Vincenzo Sansone, giusto pochi giorni prima della pensione, con la famosa nota fatta pervenire a Luglio scorso. Quello appena riportato non è che uno dei passaggi della meticolosa relazione che l’ing. Ridolfo ha spedito al dipartimento infrastrutture e mobilità, VIII servizio opere marittime e portuali, dell’assessorato regionale infrastrutture. Un riassunto preciso della lunghissima telenovela che dal 2010 vede protagonista l’appalto per il completamento del Porto. Dalla relazione, oltre il passaggio sulla nota di Sansone, emergono in particolare alcuni aspetti significativi.
- Nessun procedimento giudiziario al momento impedisce la prosecuzione dell’iter per giungere all’avvio del cantiere.
Sul tema Ridolfo dedica un apposito e dettagliato capitolo nel quale si ripercorre la storia di ben cinque ricorsi al Tar, con relativi appelli al Cga, tutti rigettati, proposti da Bruno Teodoro Costruzioni e Condotte d’Acqua di Roma, ed un appello al Tribunale Civile di Catania, anche questo giudicato inammissibile. Secondo il Rup, che certo non può conoscere oggi, pur mettendoli in conto, eventuali risvolti futuri dell’evoluzione dell’ennesimo ricorso al Tribunale Civile di Palermo da parte di Teodoro Bruno, la vicenda giudiziaria, allo stato attuale è chiusa.
- Criticità, differenze e squilibri (reali) in termini di spesa, tra progettazione definitiva ed esecutiva proposta dalla Cogip
Questo è certamente il capitolo più importante legato alla vicenda Porto, il vero nocciolo della questione, quello attorno a cui ruoterà nel futuro prossimo la soluzione della vertenza con l’impresa. Come era noto da tempo, e lo stesso Ridolfo ne da atto richiamando le precedenti comunicazioni inviate dal Rup Contiguglia all’impresa, esistono differenze tra quanto espresso nell’elaborato definitivo e in quello esecutivo. Le discrepanze generano una differenza di 4.357.504,60 euro che, ricorda il Rup, in base alle vigenti normative ed allo stesso capitolato non possono essere ascritte a carico della stazione appaltante ma a farsene carico deve essere l’impresa. In realtà, però, più che i 4 milioni e passa, la partita sull’appalto del Porto di gioca su 1 milione 832 mila euro di squilibrio per opere la cui realizzazione è immediatamente necessaria. La restante parte, 2.525.401 euro, riguarda invece opere progettate ma realizzabili anche in una seconda fase, con altro appalto. Importante è sapere che queste differenze riguardano anche prescrizioni dettate da organi territoriali, intervenuti sul progetto. Ridolfo esplica le somme capitolo per capitolo evidenziando, ad esempio, come 731.505 euro in più sono per l’edilizia portuale, interessate in modo significativo dalle prescrizioni della sovrintendenza beni culturali di Messina, per un volume di cubatura superiore al previsto del 15,9%. Inoltre ci sono ulteriori 145.910 per i lavori di escavo, 277.812 per il prolungamento della diga foranea, 247.526 per la banchina e la diga di sottoflutto, 129.549 per il pontile fisso e ben 327.632 per oneri di sicurezza. Esistono quindi altre criticità, di natura squisitamente tecnica, riguardo calcoli, sezioni, elaborati, impianti ed altro. Tutte evenienze su cui comunque è necessario confrontarsi con la ditta ben lungi da quelle presunte “gravi inadempienze” citate nelle stesse note di Sansone in risposta ad una precisa richiesta di parere avanzata dall’amministrazione comunale il 13 Maggio 2014, avente ad oggetto “Corretta applicazione della procedura per risoluzione per inadempimento …”, che parrebbe svelare un orientamento già chiaro. Lo studio della documentazione , degli elaborati proposti e dello stato dell’arte, per quanto “la portata delle variazioni contenute nel progetto esecutivo rispetto a quello definitivo non consente al RUP di procedere all’approvazione del progetto esecutivo e… sarà necessario richiedere una specifica approvazione del progetto esecutivo alla Commissione Regionale dei Lavori Pubblici”, suggeriscono quindi a Ridolfo di esprimersi nella sua relazione per la “formalizzazione alla COGIP INFRASTRUTTURE SPA dell’insieme delle criticità emerse nella verifica effettuata, assegnando un termine temporale certo per rendere la proposta progettuale esecutiva conforme al progetto definitivo oggetto dell’appalto integrato, ponendo a carico della medesima impresa – in linea con i contenuti del CSA – il costo degli adeguamenti necessari”
- Rapporti, corrispondenza e riscontri tra l’impresa e il Comune
Al culmine della lettura delle esaustive 45 pagine di relazione dell’ingegnere Ridolfo, sembra emergere un altro dato. Il Rup non lesina, infatti, richiami alla costante interlocuzione intercorsa tra il Comune di Sant’Agata e l’impresa, almeno fino al Febbraio 2014. Se il 7 Marzo 2013, infatti, è stato sottoscritto il contratto d’appalto con la Cogip, già pochi giorni più tardi, il 22 Marzo, tre giorni dopo le dimissioni del sindaco Mancuso, si tenne la prima riunione operativa alla presenza dell’allora Rup ing. Contiguglia, di altri funzionari tecnici e dei rappresentanti della ditta. Seguono una fitta corrispondenza, autorizzazioni varie ed altri tavoli tecnici, fino alla concessione, nel Luglio 2013, dell’autorizzazione paesaggistica della sovrintendenza beni culturali ed ambientali di Messina. La Cogip invia gli elaborati del progetto esecutivo, il 3 Ottobre 2013. Successivamente il Rup Contiguglia ha comunicato alla ditta stessa la sussistenza di alcune criticità (integrazione della relazione generale, quadro di raffronto tra progettazione definitiva ed esecutiva) nonché la richiesta allo staff legale della legittimità in ordine alle maggiori somme poste a carco della stazione appaltante o dell’impresa. Anche a Novembre il Rup chiede approfondimenti all’impresa sulle variazioni di spesa, riscontri reiterati il 23 Dicembre 2013, nel tavolo tecnico del 10 Gennaio 2014 e nella nota del 3 Febbraio, cui la Cogip risponde il 5 Febbraio 2014 con l’invio dell’ultima stesura, quella attuale, del progetto esecutivo. Da quel momento, oltre una nota del supporto al Rup, ing. Giordano del 12 Marzo, con rilievi ed osservazioni sul progetto esecutivo, la corrispondenza del Comune, in uscita, s’interrompe. A Palazzo Faraci scrive la Cogip (14/3, 18/4, 22/5, 28/7, 8/8), scrivono altre imprese (Ricciardello Costruzioni) e vengono notificati ricorsi e sentenze. Dal Comune invece parte solo corrispondenza verso la Regione, una generica richiesta di collaborazione istituzionale col dipartimento tecnico regionale (28/4), e la già citata richiesta di autorevole parere “in ordine alla corretta applicazione della procedura per la risoluzione per inadempimento e senza corresponsione di alcun compenso per la progettazione del contratto stipulato con la COGIP”.
Perché dunque le osservazioni, già mosse dall’ingegnere Contiguglia non hanno trovato seguito da parte del Comune nei confronti della ditta nei mesi successivi alla sua rimozione? Perché si è dovuto attendere il 23 Ottobre 2014, data della relazione del Rup Ridolfo, per eseguire un’analisi così articolata delle criticità eventualmente da contestare alla ditta ? Perché a Maggio l’orientamento dell’amministrazione era già quello di applicare “correttamente” le procedure di rescissione del contratto ? Perchè ci si ritrova solo oggi a dover affrontare procedure tecniche per criticità già riscontrate parecchio tempo prima?Oltre alle richieste di pareri alla Regione, qual è stata l’attività dell’amministrazione comunale sulla vicenda Porto dal suo insediamento fino alla nomina del Rup Ridolfo che finalmente ha fatto chiarezza e compiuto un passo significativo dopo oltre un anno di palleggiamenti? Sull’altare di chi o che cosa Sant’Agata Militello ha sacrificato questo anno di ritardo?