Una città sofferente che chiede a gran voce di voltare pagina. Una popolazione smarrita che da un lato vede i tentativi strenui di altre amministrazioni vicine di mantenere comunque una certa “qualità” di vita, di servizi offerti e di misure per i propri cittadini, dall’altro, in casa propria, assiste alla “recita” perenne di chi altro non riesce a fare che mostrarsi come preda dei “cattivi” di turno (certa stampa, detrattori, manovre oscure), vittima della congiuntura economica sfavorevole, lasciando che il paese naufraghi. Un laconico… FINALMENTE ! Ecco il commento più diffuso, a migliaia, alla notizia della mozione di sfiducia, presentata da dieci consiglieri di opposizione. Tutti si augurano davvero che il nuovo anno possa portare in regalo un colpo di spugna che cancelli trenta mesi di stenti ed approssimazione e ridia speranza ad una città che ha smarrito per strada brillantezza ed autorevolezza politiche, diventando poco più che un rincalzo nello scacchiere amministrativo dei Nebrodi.
Per quel “colpo di spugna” serve però la mano di quattordici consiglieri comunali. Quattordici persone che riescano nel non comune sforzo di accettare di mettersi da parte, lasciare la poltrona in consiglio, rimettersi in gioco alle urne, ed andare a casa lasciando la possibilità a Sant’Agata ed ai santagatesi di decidere le sorti del proprio futuro. In altri casi, anche recenti nella storia amministrativa di vari comuni, a fronte di situazioni simili , furono gli stessi sindaci, forti delle loro posizioni e dei propri argomenti, a dimettersi prima del voto di sfiducia ripresentandosi poi al giudizio degli elettori. A Sant’Agata, purtroppo, non sarà così. Qui c’è in gioco qualcosa di troppo grande, il percorso per arrivarci è stato troppo faticoso per consentire quest’impeto di orgoglio. Dovranno dunque pensarci i consiglieri comunali. In 10 lo hanno fatto, firmando la mozione che poi andranno a votare in aula. A questi si aggiungerà, certamente, il Presidente Antonio Scurria. Mancano dunque tre voti all’appello. Il destino è dunque nelle mani dei vari Enrico Natale, Rita Fachile, Enzo Armeli, Lina Caruso, Calogero Carrabotta, Monica Brancatelli, Calogerino Maniaci, Nicola Marchese e Massimiliano Sberna. A loro, o almeno tre di loro, è demandato il compito di passarsi la mano sulla coscienza guardando idealmente in faccia ogni cittadino santagatese e decidere se davvero va tutto bene così ed è tutto solo colpa di “streghe cattive” o se forse non sia veramente il caso di restituire alla gente la possibilità di decidere, con il voto, il proprio destino.